Nurse Times ha invitato i candidati alle prossime elezioni regionali in Puglia a rispondere alle nostre domande. Come è gestito il sistema sanitario in Puglia? Cosa va cambiato? Anita Maurodinoia, consigliera comunale di Bari, consigliera alla Città Metropolitana di Bari e consigliera regionale gruppo PD, candidata alle elezioni regionali pugliesi 2020 con Michele Emiliano, risponde alle nostre domande in tema di sanità, lavoro e gestione dell’emergenza.
L’intervista ad Anita Maurodinoia
Qual è la sua idea sull’organizzazione attuale del sistema sanitario regionale?
La sanità è sempre stata “croce e delizia” di qualsiasi amministrazione al di là delle appartenenze politiche, però apprendere, notizia di questi giorni, che la Puglia è uscita dal cosiddetto piano di rientro, ovvero che siamo fuori da ogni necessità di controllo da parte del ministero, è senza dubbio una buona notizia. Dopo 20 anni di grandi difficoltà, abbiamo non solo ricostruito la sanità pugliese, ma abbiamo riorganizzato le reti, aumentato di 1255 i posti letto e distribuiti in modo equivalente tra le varie province, ma abbiamo anche tenuto i conti in regola”. Questo significa che abbiamo amministrato al meglio e che continuando su questa strada potremo fare ancora di più.
Il sistema sanitario regionale dovrebbe, in futuro, puntare su grandi poli ospedalieri o piuttosto su piccoli ospedali diffusi sul territorio?
Tutti vorremmo ospedali possibilmente vicino casa, ma è evidente che è impossibile, per cui sono favorevole ai grandi poli, ma nello stesso tempo occorre offrire e garantire i servizi minimi su tutto il territorio. A proposito di grandi poli, entro meno di 18 mesi sarà pronto un presidio ospedaliero di eccellenza di primo livello, l’ospedale di Monopoli Fasano, che curerà e malattie TEMPODIPENDENTI E DI ALTA COMPLESSITA’, l’unico a sud dell’area metropolitana di Bari (confinante con alcuni comuni della provincia di Brindisi e Taranto) che anche dal punto di vista di architettura sostenibile, rappresenterà una delle strutture più belle ed innovative a livello nazionale. Una struttura con oltre 160 posti letto in aggiunta ad una serie di servizi che vanno dalla Cardiologia, alla Chirurgia alla terapia intensiva incrementando i posti per acuti, ma soprattutto di riabilitazione e lungodegenza fino al raggiungimento dello standard massimo del Decreto Ministeriale 70 del 2015, al fine di garantire l’intera PRESA IN CARICO del paziente, assicurando l’assistenza, dopo la dimissione da un reparto medico o dopo un intervento chirurgico.
Il progressivo invecchiamento della popolazione, anche in Puglia, pone due problemi di carattere sociale oltre che sanitario: il primo è il problema della prevenzione e il secondo è quello del bisogno di assistenza sanitaria territoriale. Quali sono gli strumenti da mettere in atto perché un sistema sanitario possa sopperire alle due situazioni sociali?
Per mia visione, intendo la Salute come un approccio multidimensionale e multiprofessionale che deve porre al centro la persona e i suoi bisogni di assistenza. L’obiettivo che ci poniamo per i prossimi 5 anni è quello di realizzare una reale integrazione del sociale e del sanitario, con la presa in carico del cittadino, sia nella fase della prevenzione che della cura specifica dei propri bisogni. Un concreto superamento della dualità esistente tra sociale e sanitario, per provare a fare in modo che le problematiche e i disagi in carico alla famiglia, possano trovare assistenza completa. Insomma, potenziare il coordinamento tra le cure primarie e il livello specialistico con protocolli diagnostici integrati al fine di abbattere anche le odiose le liste di attesa.
In materia di formazione, come pensa si possa implementare e recuperare una maggiore integrazione tra mondo universitario e formativo e mondo professionale in materia sanitaria?
Va perseguito il rafforzamento della sinergia tra assessorati in termini di concertazione e coordinamento delle azioni, verso obiettivi comuni. Le risorse devono essere impiegate in attività, servizi, prestazioni, utili al miglioramento della qualità di vita della persona con particolare attenzione alla disabilità. Insomma dobbiamo investire ancora di più sull’innovazione e sull’umanizzazione dei servizi. con percorsi di formazione motivando e formando il personale dedicato, creando punti di ascolto nei presidi sanitari ospedalieri, territoriali e residenziali, in modo da avere la continua percezione dei bisogni del malato che diventa obiettivo centrale dell’intero percorso.
Precariato e disoccupazione sono realtà e problematiche pressanti nel nostro presente. Si dovrebbe prediligere un percorso di stabilizzazione dei lavoratori con conseguente riduzione dei precari oppure bisognerebbe puntare, invece, sull’aumento dei concorsi per una continua e fluida possibilità d’ingresso nel mondo del lavoro?
Occorre seguire entrambe le strade così come è stato fatto in Puglia in questi 5 anni. Con il governo Emiliano dal 2015 il PIL della Puglia è cresciuto sempre negli ultimi 5 anni, segnando un +6,15% e la disoccupazione è scesa di quasi 5 punti percentuali dal 2015. Come ci siamo riusciti? Bandendo concorsi attesi da vent’anni in Sanità, basti ricordare quello per 1500 infermieri del 2018 e quello per 3000 OSS pubblicato quest’anno e grazie alle tantissime stabilizzazioni che siamo riusciti a fare. Ma questo per noi non è un punto di arrivo, ma di partenza: occorre fare di più e se ci sarà permesso lo faremo.
Come pensa sia stata gestita l’emergenza coronavirus nella nostra regione?
La Sanità pugliese sta continuando a dare grande prova di operatività ed efficienza nel periodo dell’emergenza sanitaria, e questo lo riconoscono in molti, gestendo con prontezza e tempismo ogni diverso momento epidemiologico. Abbiamo potenziato la rete ospedaliera dei ricoveri e delle terapie intensive, organizzato con rigore una grande rete territoriale multidisciplinare, che presidia e completa la strategia di contenimento e prevenzione e abbiamo avviato la produzione persino di molti dispositivi sanitari. A tal proposito sia la prima Regione che ha messo su persino una struttura che produce per il proprio fabbisogno dispositivi come le mascherine.
Quali sono i piani d’azione per il futuro in previsione dell’autunno nell’ottica dell’emergenza sanitaria?
Ritengo che oltre ad un apposito piano anticovid, che ci auguriamo non sia della stessa aggressività precedente, occorre dare un forte impulso al settore della Telemedicina, anche per sopperire alla riduzione del ricorso alle cure ospedaliere causato dal perdurare dell’emergenza Covid 19, strumento da estendere alla gestione delle cronicità, a supporto delle cure primarie, favorendone, per queste ultime, le forme di aggregazione mono e multiprofessionale.
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