Il gruppo ospedaliero privato San Donato, leader nel settore in Italia con 56 strutture e 5mila posti letto, sta per compiere un importante passo: quotarsi in borsa.
Questa mossa, prevista originariamente nel 2021 ma posticipata a causa dell’emergenza Covid, potrebbe portare un investimento tra i 3 e i 4 miliardi di euro.
Il processo sembra essere già avviato, con la banca d’affari Morgan Stanley che è stata incaricata di sondare il mercato.
Questa iniziativa segue una serie di altri investimenti e acquisizioni internazionali da parte del gruppo San Donato, che si propone sempre più come una multinazionale nel campo della sanità. In effetti, questa tendenza è già consolidata negli Stati Uniti, dove diverse società quotate in borsa sovrappongono la rincorsa al profitto con la cura dei pazienti.
L’attuale situazione economica, unita all’espansione del mercato sanitario, sta spingendo sempre più operatori adottare strategie finanziarie complesse, e il gruppo San Donato non fa eccezione.
La notizia della quotazione in borsa del gruppo ospedaliero San Donato è una svolta che rivela come le sfide e le opportunità nel settore sanitario siano strettamente legate agli affari. Una strategia di business che si annuncia come una possibile soluzione alla crescente richiesta di servizi sanitari, specie nel contesto della pandemia di Covid-19.
Il gruppo San Donato, con le sue 56 strutture in tutta Italia e più di 7700 medici alle proprie dipendenze, si appresta ad avviare un processo di quotazione in borsa che potrebbe portare un investimento stimato tra i 3 e i 4 miliardi di euro.
La famiglia Rotelli, che controlla il 100% del gruppo, avrebbe già incaricato la banca d’affari Morgan Stanley di sondare il mercato e manifestazioni di interesse sono giunte da fondi sovrani di Abu Dabi e Qatar.
Questa strategia di espansione internazionale segue una serie di acquisizioni e investimenti da parte del gruppo San Donato. L’acquisizione del 70% di American Heart of Poland (AHoP), il principale fornitore di cure cardiovascolari in Europa e uno dei primi tre fornitori di servizi sanitari privati in Polonia, è solo uno dei tanti esempi. Il gruppo ha anche costruito ospedali in Iraq, in Egitto e in Libia e ha firmato un contratto di consulenza con il governo dell’Arabia Saudita per la riforma del sistema sanitario del Paese.
Tuttavia, mentre le dimensioni del gruppo San Donato crescono, la sua quotazione in borsa solleva domande sulla priorità dell’azienda.
Sebbene sia comprensibile che ogni azienda miri a crescere e prosperare, la preoccupazione è che una società sanitaria quotata in borsa possa essere più orientata a soddisfare gli interessi finanziari degli azionisti piuttosto che le esigenze dei pazienti.
In ogni caso, la quotazione in borsa del gruppo San Donato è un segno tangibile dell’evoluzione del settore sanitario e delle sue relazioni con il mondo degli affari. L’importante sarà mantenere un equilibrio tra le esigenze finanziarie e la qualità delle cure offerte ai pazienti, così come la trasparenza e l’attenzione alla governance etica.
Redazione Nurse Times
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