Il Consiglio Direttivo di OPI La Spezia, l’Ordine degli Infermieri, esprime più di una perplessità – esclusivamente di natura professionale – dopo aver letto la delibera n° 343 dell’azienda sanitaria spezzina, che riordina il piano delle reperibilità del comparto, andando a ”contrarre” quelle infermieristiche delle degenze mediche, chirurgiche, e del servizio di psichiatria.
In questi mesi si sono succedute numerose ipotesi: per esempio, vi è chi sostiene una abrogazione dell’istituto della pronta disponibilità nelle degenze tradizionali, dimenticando che l’alternativa è (quando non si presenta il personale previsto in turno) trattenere in servizio coloro che già hanno completato il proprio orario di lavoro, aumentando in questo modo ancor di più il disagio, lo stress, le difficoltà personali, con inevitabili ricadute sulla qualità delle attività.
Chi ha memoria ricorderà, forse, che questa attuale organizzazione risale nella ASL spezzina all’inizio degli anni Duemila, ed è stata varata proprio per sopperire alle assenze improvvise, fenomeno del tutto slegato da altre questioni, oggi molto attuali, diventate un ulteriore problema organizzativo, come l’aumento dell’età media dei turnisti e la contrazione delle dotazioni organiche.
Ora, lasciando all’azienda e alle organizzazioni sindacali il pieno esercizio delle rispettive prerogative, crediamo che in tutti coloro che hanno a cuore la qualità delle cure erogate (leitmotiv di ogni evento formativo aziendale che si rispetti, ad esempio) desti almeno un pò di sincera preoccupazione l’idea che l’infermiere assegnato abitualmente alla corsia di Psichiatria si ritrovi ad assistere il paziente operato di carotidi in Chirurgia Vascolare; e – naturalmente- viceversa.
L’assistenza è una pratica complessa, che include un processo di valutazione e di analisi della situazione che si basa evidentemente sulla esperienza professionale: ciò per favorire la presa in carico di persone e situazioni; un insieme di attività che vede responsabile (per le Leggi vigenti, vedi il DM 739 del 1994, o la Legge 3 del 2018) proprio l’Infermiere.
L’auspicio di questo Ordine professionale è che il clima si rassereni, perché forse le troppe polemiche, le troppe tensioni dei mesi recenti su questa e su altre questioni, hanno contribuito a varare un piano su alcuni aspetti decisamente rivedibile: recuperare, ad esempio, fondi economici del comparto, risparmiando su questi strumenti organizzativi, è probabilmente un ”falso risparmio”; appare poi incomprensibile sdoppiare – in controtendenza con quanto appena indicato- una delle già numerose (quattro) linee di pronta disponibilità dei Tecnici della prevenzione, in tutto una trentina in Azienda: mentre allo stesso tempo si elimina una organizzazione rivolta alla sostituzione degli Infermieri delle degenze tradizionali (aree medica,chirurgica, psichiatrica) che in questi anni ha comunque assicurato un servizio utile al superamento delle emergenze dell’organizzazione.
Insomma, in un settore- quello della Sanità- dove si naviga con sempre maggiore convinzione nella direzione di competenze avanzate, per avere personale sanitario – infermieristico incluso- capace di affrontare al meglio le criticità del ”prendersi cura”, queste scelte lasciano, almeno, molto perplessi.
Certi della serietà di tutti gli attori coinvolti, l’invito è quello di sedersi, nuovamente, a tavoli tecnici al fine di superare al meglio il momento di forte criticità organizzativa e marcato disagio dei professionisti coinvolti.
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