Ad eseguire l’intervento, il primo in Triveneto, l’équipe del Centro trapianti di fegato diretta dal dottor Umberto Tedeschi. La complessa operazione è stata compiuta il 23 dicembre 2018, ma la notizia è stata diffusa solo ieri, quando i medici hanno avuto certezze, a quasi tre mesi di distanza, che non ci saranno complicanze.
Il rispetto del credo della paziente è diventato la priorità.
«Siamo in un ambito piuttosto complesso — spiega Tedeschi — in cui ci sono diverse problematiche, non solo tecniche ma anche etiche, che richiedono non solo il rispetto religioso dei pazienti testimoni di Geova, ma anche il profondo rispetto dell’atto donativo e della finalità terapeutica del trapianto stesso: non possiamo permetterci di risultare fallaci.
state messe in atto tecnologie atte a finalizzare il risparmio del consumo di sangue, ad esempio la reinfusione in circolo del sangue stesso del malato. Già di per sé, il trapianto di fegato rimane un intervento di complessità e gestione eccezionali: proprio per questo deve essere valutato con estrema ratio e gestito in un bilancio complessivo di fattibilità chirurgica prima della decisione finale di iscrizione in lista definitiva per il trapianto».
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