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Prevenzione della sindrome del bambino scosso (Shaken Baby Syndrome)

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Prevenzione della sindrome del bambino scosso (Shaken Baby Syndrome)
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Proponiamo un approfondimento a cura della dott.ssa Annarita Fiore sul trauma di cui si parla tanto in questi giorni per via della vicenda che ha portato alla morte di un bimbo a Padova.

La tutela dei diritti del bambino passa attraverso la Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia, approvata il 20 novembre 1989 a New York. In Italia, è stata accettata e approvata nel 1991. Da allora, il nostro paese si è impegnato nella tutela dei bambini con diverse azioni: dal progressivo aumento delle pene per chi abusa di loro, alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questi temi.

In particolare, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), nel 1999, identifica con il termine “Child Abuse and Neglect”: “Ogni forma di maltrattamento fisico e/o psico-emozionale di un bambino, reale o potenziale, da parte di un genitore, parente, educatore o caregiver”.

La Shaken Baby Syndrome, tradotta in italiano con “sindrome del bambino scosso”, rappresenta, ancora oggi, una delle principali cause di morbilità e mortalità nel bambino al di sotto dei due anni di vita.

Oggi, si preferisce adottare anche la più moderna definizione di Abusive Head Trauma (AHT), suggerita dall’American Academy of Pediatrics nel 2009, per sottolineare come non solo lo scuotimento, ma anche un impatto traumatico, o la combinazione di entrambi i meccanismi possono essere alla base di tale patologia .

Essa rientra nei maltrattamenti di tipo fisico, spesso di grado severo. La reale incidenza è difficile da stimare, poiché molte vittime non giungono mai all’attenzione dei curanti. È una patologia sottovalutata a causa della scarsa conoscenza dei fattori di rischio.

La Sindrome del Bambino Scosso (SBS) indica una varietà di segni e sintomi secondari allo scuotimento violento od  a traumi alla testa. Il bambino può presentare febbre, letargia, irritabilità, ridotta suzione e vocalizzazione, difficoltà respiratorie e apnea, convulsioni, vomito, ridotto stato di coscienza, o incoscienza nei casi più gravi, fratture della teca cranica, avvallamenti con ematomi sottostanti.

RACCOMANDAZIONI PER RIDURRE IL RISCHIO DI SBS

Perché è normale che il bambino pianga?

•        Piangere è l’unico strumento che il neonato ha per comunicare: può avere fame, sonno, caldo, freddo, il bisogno di essere cambiato o semplicemente di coccole e di un contatto fisico per essere rassicurato.

•        Qualunque sia il motivo, non bisogna MAI SCUOTERLO PER CALMARLO!

Lo scuotimento violento, anche solo per pochi secondi, è potenzialmente causa di lesioni gravi, soprattutto per i bambini sotto l’anno di età.

Un altro fattore importante, da tenere in considerazione, è lo stress dei genitori. Uno degli interventi che andrebbe trasmesso al genitore  è quello del “Prendersi una pausa”: se si sente stressato, frustrato o arrabbiato, bisogna che si fermi e si prenda cura di sé stesso. Il bambino sarà affidato momentaneamente ad una persona di fiducia, che si occuperà di lui. L’educazione dei genitori deve partire da temi come il pianto costante, i problemi di alimentazione, gli scoppi d’ira e l’addestramento al bagno. Queste informazioni appropriate servono ad avere approcci non violenti e alla gestione del comportamento genitoriale.

In una ricerca americana, è stato individuato uno strumento, chiamato “The Period of PURPLE Crying”. Questo strumento aiuta i genitori a capire perché il proprio bambino piange, a volte anche in modo insistente, senza un apparente motivo, quasi come se soffrisse; ed a colmare la frustrazione che può derivare dal fatto di non riuscire a calmarlo. Attraverso questo, viene spiegato in modo semplice il significato e le caratteristiche che accomunano il pianto del bambino in questa particolare fascia d’età.

Tutto viene espresso con le lettere della parola “PURPLE”:

P: Picco di pianto ( il bambino potrebbe piangere di più nelle prime settimane, il picco massimo di pianto è nel 2° mese, poi di meno nei mesi 3°- 5°).

U: Inaspettato ( il pianto può andare e venire e tu non sai perché).

R: Resiste al tentativo di calmarlo ( il bambino non può smettere di piangere, non importa cosa tu provi).

P: Faccia del dolore ( un bambino che piange, può sembrare che soffra, anche quando non è così).

L: Duraturo ( il pianto può durare fino a 5 ore al giorno, o anche di più).

E: Sera ( il tuo bambino potrebbe piangere di più nel tardo pomeriggio e di sera).

La Shaken Baby Syndrome è una delle principali sindromi che può compromettere la crescita del bambino o, addirittura, causarne la morte. Il fondamento è investire su interventi preventivi, atti a formare ed informare i neogenitori, ma soprattutto i professionisti sanitari, perché sono il terreno fertile da cui partire per ridurre il tasso di presentazione della SBS. Nell’ambito della prevenzione, si rende di fondamentale importanza il ruolo dell’infermiere pediatrico, figura a stretto contatto con i genitori.

Dott.ssa Annarita Fiore

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