Il mondo scientifico si divide sul trattamento del Covid-19, ognuno sostiene il suo pensiero critico; e in attesa del vaccino brancoliamo nel buio utilizzando le terapie che si ritengono più efficaci eppure nessuno ha indotto una campagna di prevenzione di massa. Nessuno si assume la responsabilità di consigliare ai cittadini un integratore per rafforza le difese immunitarie, sappiamo tutti che il sistema immunitario costituisce la prima barriera di difesa contro virus e batteri in generale; eppure si ridicolizza ogni questione legata all’utilizzo di integratori e vitamine.
Recentemente è stato pubblicato uno studio da un team di Clinici di Tor Vergata e della Sapienza sulla rivista Journal of Molecular Sciences in cui sono state rese note le proprietà antivirali ed antinfiammatorie della lattoferrina; sostenute dalla Prof.ssa Elena Campione, Associato della UOSD di Dermatologia del Policlinico Tor Vergata, la candidano come molecola ideale per trattare i pazienti Covid19 positivi.
Nel mese di aprile è stato condotto uno studio clinico per i pazienti Covid19 paucisintomatici ed asintomatici per valutare l’efficacia e la sicurezza di una formulazione liposomiale innovativa di lattoferrina, somministrata per uso orale e ed intranasale.
Questo trial clinico, sostenuto dal team di Tor Vergata, è stato il primo approvato; sull’utilizzo della lattoferrina nei pazienti Covid positivi a livello nazionale ed internazionale. I risultati ottenuti nei pazienti hanno dimostrato, per la prima volta l’efficacia della lattoferrina nel favorire; senza effetti avversi, la remissione dei sintomi clinici nei pazienti Covid-19 positivi sintomatici e la negativizzazione del tampone già dopo 12 giorni dal trattamento. Anche dagli esami ematici sono stati osservati risultati notevoli che saranno presto pubblicati.
Perché allora non promuovere l’utilizzo di questa molecola priva di effetti collaterali poiché prodotta anche dal nostro organismo a scopo preventivo e nel trattamento dei pazienti positivi al Covid-19? Seppur i dati scientifici sono ancora in corso di valutazione e validazione; l’utilizzo di questa molecola che a costi bassi ed è facilmente reperibile nelle farmacie potrebbe aiutare la popolazione a rafforzare le proprie difese immunitarie in un periodo infausto come quello invernale in attesa del vaccino e proteggere anche dalla sindrome influenzale anch’essa causa di sovraffollamento negli ospedali.
CINZIA BILECI
Sitografia: https://web.uniroma2.it/module/name/Content/action/showpage/content_id/86642
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