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Precari, le mani delle agenzie interinali sulla sanità lucana. Fials: “Bloccare i contratti”

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Decreto Rilancio, ULS: "Stop al precariato e concorsi in modalità telematica anche per gli operatori sanitari"
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Il sindacato attacca sull’Asm: “Diciamo no. Non è il cambio di passo che stiamo cercando”.

“Siamo nettamente contrariati”. Così Fials Matera dopo l’inchiesta di Cronache Lucane sui precari nella sanità lucana, pagati con i soldi dei cittadinini, ma scelti e forniti dalle agenzie private di lavoro interinale. Precari non solo nel Sistema sanitario regionale, poichè col centrodestra alla governance in Regione, che ha avuto la possibilità di bloccare il mega-appalto da 45milioni e 500mila euro, ma non lo ha fatto, le Agenzie private entreranno direttamente anche nei Dipartimenti regionali, in particolare nei Dipartimenti Ambiente ed energia e Politiche della persona, per supporto alle attività istituzionali dei suddetti enti.

Paradossale, inoltre, che l’impiego nella Sanità lucana dei lavoratori in somministrazione è motivato con la finalità, puramente presunta e priva di fondamento, che la misura apporti “un significativo miglioramento della qualità dell’offerta del Servizio sanitario”. A ogni modo dopo, circa un mese dopo l’Azienda sanitaria di Potenza (Asp), anche l’Azienda sanitaria di Matera (Asm) ha attivato, seppur con altre agenzie rispetto alla Gi Group, il relativo accordo quadro per la fornitura di interinali. Per il servizio di fornitura di personale temporaneo il valore del lotto dell’Asm è costituito dall’importo a base di gara di 8milioni e 897mila euro.

“Apprendiamo con assoluto stupore – dichiarano coniguntamente Gianni Sciannarella e Marco Bigherati, rispettivamente segretario generale e segretario aziendaledi Fials Matera – della delibera Asm contenente come oggetto: Procedura aperta per la conclusione di un accordo quadro per l’affidamento del servizio di somministrazione di lavoro temporaneo per le aziende del Servizio sanitario regionale e per i dipartimenti della regione Basilicata – Presa d’atto della determinazione dirigenziale dell’ufficio ‘centrale di committenza e soggetto aggregatore’ della Stazione unica appaltante della Regione Basilicata (Sua-RB), relativa all’aggiudicazione e del relativo accordo quadroatti consequenziali”.

Proseguono i due sindacalisti: “Nella lettura della delibera notiamo che l’Asm prende atto dell’accordo quadro con l’operatore economico aggiudicatario: Raggruppamento temporaneo di imprese (Rti) Synergie Italia Agenzia per il Lavoro Spa (mandataria) e Risorse Italia srl (mandante) e di dare atto che l’importo complessivo dell’appalto non è preventivamente determinabile atteso che lo stesso sarà il risultato della sommatoria degli importi dei singoli accordi attuativi che si andranno a sottoscrivere con la ditta affidataria nel periodo di validità del predetto accordo quadro”.

E ancora: “Come Fials, siamo nettamente contrariati, ricordando che la peculiarità della fattispecie in oggetto è considerata da sempre la struttura trilaterale nella quale essa si articola, costituita da un contratto di somministrazione di lavoro, puramente commerciale, che fa capo a due imprese – l’agenzia autorizzata e l’impresa utilizzatrice -, e dal contratto di lavoro subordinato vero e proprio che intercorre tra l’agenzia e il lavoratore somministrato, strettamente funzionali tra di loro, dalla quale discende, autorizzandola, la dissociazione tra titolarità giuridica del rapporto di lavoro ed effettiva utilizzazione, o titolarità sostanziale, della prestazione lavorativa, restando la prima in capo all’agenzia e la seconda in capo all’impresa utilizzatrice”.

“In sostanza, il concetto è lo stesso – ribadiscono Sciannarelli e Bigherati -. Si tratta di una legge introdotta nel 1997 per garantire maggiore flessibilità nel mondo del lavoro. La caratteristica principale è che, a differenza di un normale rapporto di lavoro che coinvolge due soggetti, il datore ed il dipendente, in questo caso i soggetti sono tre: l’azienda, il lavoratore e l’agenzia interinale, o di somministrazione che dir si voglia. Ma in sostanza poco o nulla è cambiato, a parte il nome. Il lavoro a somministrazione prevede che l’utilizzatore, ovvero l’azienda, faccia richiesta al somministratore, cioè l’agenzia, di manodopera. Il lavoratore avrà un rapporto di lavoro non con l’azienda ma con l’agenzia, che ‘affitterà’ il dipendente all’utilizzatore”.

“La riflessione che facciamo – rimarcano i sindacalisti Fials – riguarda la già situazione critica dei nostri nosocomi, ricordando che la nostra Azienda sanitaria di Matera deve, prima di accedere eventualmente al lavoro a somministrazione, sbloccare i concorsi tra l’altro già avviati a gennaio 2020 e sbloccare la mobilità interregionale ferma per l’assunzione di 51 infermieri. Diciamo no all’accordo. In Lombardia la richiesta di lavoro in somministrazione è crollata, archiviando la contrazione peggiore dal 2013. Questo dato evidenzia così come il DM70 la necessità di rivalutare il sistema e modificarlo. Non possiamo noi mettere in campo situazioni che altre regioni stanno dismettendo. Questi contratti a somministrazione non porteranno certamente il cambio che tutti stiamo cercando e ci ritroveremo nelle corsie con personale di serie A e personale di serie B, anche da un punto di vista economico”.

Concludendo: “Chiediamo di bloccare ogni iniziativa e di utilizzare i concorsi per le assunzioni e tutte le forme di mobilità per colmare un deficit enorme che attanaglia tutti i lavoratori nelle corsie degli ospedali”.

Redazione Nurse Times

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