E’ accaduto al Santa Maria degli Angeli, ma il problema delle aggressioni al personale sanitario riguarda molti ospedali friulani. Nursind lancia l’allarme e propone una soluzione: “Arresti per gli aggressori e multe salate per gli accessi impropri al dipartimento di Emergenza”.
Esasperato dalla lunga attesa per una visita, si è prima lamentata con un medico e poi, se l’è presa con un infermiere, aggredendolo verbalmente e addirittura sputandogli addosso. E’ accaduto al Pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone, come raccontato da Gianluca Altavilla, segretario di Nursind Friuli Venezia Giulia.
“Questo – spiega – è solo l’ultimo degli episodi che mi sono stati segnalati, ma oramai è all’ordine del giorno che medici e infermieri del Pronto soccorso pordenonese rischino di prendersi calci e pugni. Non parliamo poi di insulti e minacce. Tutti si sentono in diritto di aggredire verbalmente, o peggio fisicamente, gli operatori, che ogni giorno sono sottoposti a un fuoco di fila di ore su ore di lavoro. Non solo ne escono stremati, ma si beccano pure gli insulti dei pazienti o dei loro famigliari”.
Prosegue il sindacalista: “I motivi delle aggressioni sono vari e futili. Si va dalle lunghe attese al fatto di non aver gradito la diagnosi, o peggio ancora di essersi visti negare un esame ritenuto indispensabile. Abbiamo più volte chiesto alla direzione dell’Asfo di cercare soluzioni a questo problema, che giorno dopo giorno è sempre più grande e preoccupante. Il direttore Giuseppe Tonutti ci ha assicurato che a gennaio sarà potenziato il presidio delle guardie giurate, in modo da essere pronti nel minor tempo possibile qualora si verifichi qualche aggressione al Pronto soccorso. Resta il fatto che il dipartimento di Emergenza è solo uno dei punti caldi: penso anche al reparto degli psichiatrici acuti, dove regolarmente si verificano aggressioni agli operatori”.
Situazione crirìtica anche negli altri ospedali friulani, tra cui quello di Udine. “Abbiamo già sollecitato più volte la direzione aziendale a prendere provvedimenti – riferisce Afrim Casali, di Nursind Udine -, anche perchè l’ultimo episodio segnalato risale a qualche giorno fa, quando un infermiere è stato preso di mira dai pazienti di una person in attesa di visita al Pronto soccorso. La gente si riversa nel dipartimento di Emergenza perchè non trova risposte sul territorio. Ormai minacce, insulti e aggressioni avvengono ovunque, dal Centro di Salute mentale sino agli operatori che lavorano nell’assistenza domiciliare. Noi abbiamo chiesto una guardia giurata fissa nel Triage del Pronto soccorso”.
Conclude Altavilla: “Al pronto soccorso si interviene sulle emergenze, sulle cose gravi o comunque serie. Non è pensabile che chi cova rabbia per una attesa lunga, essendo un codice bianco o verde (patologie che devono essere affrontate dal medico di medicina generale), su scagli poi contro gli operatori. Quando a essere aggredito è un poliziotto l’aggressore viene arrestato. Sono sicuro che, se la gente vedesse uscire dal pronto soccorso uno in manette, si darebbe una calmata. E sarebbe anche necessario far pagare 500 euro a chi arriva al pronto soccorso in codice bianco, e 300 euro a chi è in codice verde. Così facendo, in due giorni avremmo risolto il problema delle code improprie”.
Redazione Nurse Times
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