Piombino, parla Cesarina Barghini, il legale della donna accusata per il presunto omicidio di 13 pazienti con l’eparina, nel reparto di rianimazione dell’ospedale locale
“Nella ricostruzione degli inquirenti emerge solo la presenza della mia assistita al momento dei casi incriminati. Fausta Bonino non è assolutamente un’infermiera killer”
L’avvocato prosegue. “Nella ricostruzione operata dagli inquirenti non emergono elementi certi se non la presenza della mia assistita al momento degli eventi, che di per sè non può essere sufficiente. Inoltre, le si stanno attribuendo 13 eventi di somministrazione di eparina, quando in realtà gli approfondimenti sulla causa delle morti sono stati fatti solo in relazione a 2-3 casi e si tratta comunque di accertamenti di parte, svolti senza un contraddittorio, senza alcuna possibilità di partecipazione dell’indagata che avrebbe potuto avvalersi di propri consulenti, come accade nell’incidente probatorio.
Come detto nel programma Mattino Cinque del 07/04/2016 (VEDI) saremmo sì in presenza di una volontà omicida, che indica, quindi, la mano dell’uomo, ma visto che non ci sono prove e/o indizi granitici di colpevolezza dell’accusata, mi chiedo, di fronte a un quadro complessivo di questo tipo, come mai nessuno si sia ancora posto il problema che il vero killer possa essere ancora a piede libero e, magari, una volta esaurita la gogna mediatica nei confronti della mia assistita, tornare in azione. L’infermiera è soltanto un capo espiatorio, non era neanche in servizio quando si sono verificate le altre morti sospette.
Si sono creati dei grossi equivoci e questi collegamenti non si riescono a spiegare, tirino fuori le prove vere, quando arriveranno si punterà il dito, non ci sono i presupposti per tenerla in carcere. Si parte da un ipotesi di presunta colpevolezza e poi si lascia alla difesa l’onere di dimostrare l’innocenza“.
Ci sarebbe anche un colpo di scena.
Infatti durante la trasmissione Quarto Grado dell’08/04/2016 (VEDI) affiora un’altra verità che dovrà essere accertata: non sarebbe la voce di Fausta Bonino quella che ha smosso la preoccupazione degli inquirenti e che ha portato al suo arresto immediato. L’infermiera killer, così è stata ribattezzata dai media, sarebbe vittima di uno scambio di voce, provocato da un errore nella trascrizione delle intercettazioni dei NAS.
A svelare l’arcano, come riportano alcune testate giornalistiche odierne, è stata la Bonino stessa in fase di interrogatorio, come confermato dal suo avvocato. Il legale Cesarina Barghini ha sottolineato infatti che le voci udibili nella registrazione sono “ben distinte e non solo la frase non è di Fausta Bonino, ma ascoltando l’audio integrale si capisce che la frase era stata detta da una terza persona“.
La Bonino aveva richiesto espressamente di poter consultare l’audio integrale delle intercettazioni, motivo che ha comportato il prolungamento dell’interrogatorio. Il suo avvocato ha già presentato il ricorso al riesame contestando l’arresto ed integrerà la richiesta di scarcerazione sottolineando che c’è stato un errore di trascrizione. E non sarebbe l’unica perché Fausta Bonino sarebbe stata accusata anche di aver detto altre frasi, tutte rilevate come significative.
“La mia assistita l’ho trovata sempre più provata da questa situazione, veramente paradossale“.
Continueremo a seguire questa vicenda giudiziaria che promette dei colpi di scena per una verità che sembra ancora essere lontana…intanto la collega subisce la condanna mediatica, un’immagine distrutta che nessuna assoluzione potrà mai riabilitare.
Se l’infermiera dovesse scoprirsi innocente chi pagherà i danni per una reputazione rovinata?
Savino Petruzzelli
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