La dottoressa Rita Rossi, responsabile del servizio a Torino, ci parla dell’innovazione apportata col sistema di videochiamata.
Il Piemonte è la prima Regione italiana a dotarsi di un sistema che crea un collegamento visivo, in aggiunta a quello vocale, tra ciascuna delle quattro centrali operative del 118 presenti sul territorio (Torino, Alessandria, Cuneo, Novara) e il luogo in cui è richiesto un intervento. Novità importante, perché consente di sfruttare al meglio le potenzialità dei moderni smartphone, con i quali è oggi possibile effettuare anche una videochiamata.
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Rita Rossi, direttore del 118 afferente alla Città della Salute di Torino. «Siamo davanti allo sviluppo applicativo di un software già in uso da quasi vent’anni nella nostra centrale operativa – ci spiega –. Sviluppo che permette un salto di qualità per il servizio di emergenza territoriale, sebbene il sistema si attivi solo in alcuni casi, a discrezione dell’infermiere che raccoglie la richiesta telefonica di intervento».
Quali casi, esattamente? «Per esempio in caso di maxi-emergenza, quando è importante una prima ricognizione a distanza per valutare il numero e la tipologia delle persone coinvolte, le possibilità di soccorso con mezzi terrestri o aerei, l’eventualità di un rapido allertamento degli ospedali. Oppure in caso di primo soccorso alle vittime di incidenti o malori, quando può essere opportuno guidare il soccorritore nella corretta esecuzione delle manovre da eseguire. O ancora in caso di aggressioni al personale sanitario, quando serve un quadro completo della situazione, utile anche alle forze dell’ordine, spesso allertate dallo stesso operatore telefonico».
Ma come funziona, nel dettaglio, il nuovo sistema di videochiamata? «Tutto parte dalla tradizionale telefonata al 112 o al 118, che mette in contatto con la centrale operativa. Se l’operatore che risponde lo ritiene necessario, invia al richiedente un sms per invitarlo a trasmettere immagini dal suo telefonino o da quello di un’altra persona presente sul posto. Una volta ricevuto l’okay, inoltriamo la videochiamata e siamo subito connessi visivamente con la scena dell’evento. A questo punto non resta che valutare la situazione e fornire istruzioni al cittadino, orientandolo anche nell’esecuzione delle migliori riprese video (della serie: “Inquadri più a destra, per favore”, ndr)».
In definitiva, l’occhio arriva dove la voce può non bastare. «Proprio così – conclude la dottoressa Rossi –. Ovviamente il sistema è ora in fase di rodaggio e andrà tarato nel tempo, ma i test hanno fornito riscontri incoraggianti. Insomma, siamo fiduciosi sull’efficacia di questa innovazione».
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Redazione Nurse Times
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