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Piemonte, 2mila eroi della pandemia saranno assunti nelle Rsa

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Lucca, infermieri e oss in fuga verso le strutture pubbliche: Rsa vicine al collasso
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Siglato un accordo con i gestori delle strutture. L’annuncia arriva dall’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, e da quello al Welfare, Maurizio Marrone.

“Nessuno resterà a casa”. Parola di Luigi Icardi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte, che ha annunciato l’accordo siglato insieme al suo collega al Welfare, Maurizio Marrone, con le rappresentanze delle Rsa, per la gestione del post-emergenza nel settore assistenziale.

Il documento focalizza l’attenzione sulla possibilità di ricollocare presso la rete dei presidi sociosanitari accreditati con la Regione Piemonte il personale sanitario assunto durante la pandemia e non stabilizzabile nel Servizio sanitario pubblico, oltre che sull’adeguamento delle tariffe all’indice di inflazione, sulla semplificazione e sulla maggiore appropriatezza delle procedure di accesso alle strutture dopo la valutazione geriatrica, nionché sull’adeguamento delle modalità di riapertura dei presidi alle mutate condizioni pandemiche.

Icardi e Marrone hanno hanno sottolineato l’importanza dell’accordo, che segna una nuova fase nei rapporti tra la Regione e le organizzazioni datoriali in merito alla residenzialità degli anziani, nell’ambio del graduale ritorno alla normalità delle strutture socioassistenziali. In particolare, l’assessore alla Sanità ha definito la disponibilità espressa dai gestori ad assumere i lavoratori che non potranno essere oggetto di riconferma all’interno del Servizio sanitario regionale come un’importante occasione per valorizzare e premiare professionalità sanitarie impegnate in prima linea sul fronte del Covid-19.

Ai 1.137 professionisti sanitari e operatori socio-sanitari che la normativa nazionale consentirà alla Regione di assumere a tempo indeterminato con fondi propri potrebbero aggiungersi circa 2mila ulteriori assunzioni, sempre di medici, infermieri e oss, prendendo la via delle Rsa. Saranno proprio queste ultime, dunque, ad assorbire il personale precario che non può godere oggi della stabilizzazione come dipendente delle Asl.

“Presentiamo un accordo di reciproco vantaggio – ha detto Icardi –, e ci sono delle belle novità che si consolidano e sono il frutto di un grande lavoro di tutti. Dopo la fine dell’emergenza Covid, con tutti gli strascichi anche economici che ha comportato, era necessario garantire il supporto della Regione alle Rsa”.

Marrone, dal canto suo, ha annunciato la prossima costituzione di un bonus energetico da 2,7 milioni di euro per supportare le residenze in questa difficile situazione di rincari sui costi per l’energia. Il bonus di ristoro sarà ricavato da risorse già individuate e derivanti dai canoni idrici versati negli scorsi anni. Parallelamente, attraverso la rimodulazione dei fondi Fse, sarà possibile prevedere uno stanziamento intorno ai 20 milioni di euro per realizzare una misura di sostegno economico destinato a contribuire ai costi di retta alle famiglie non coperti da convenzioni, così da alleggerire le liste d’attesa e, soprattutto, aumentare i posto letto disponibili nelle Rsa.

“Abbiamo deciso – ha spiegato l’assessore al Welfare – di mettere in campo un bonus energetico da 2,7 milioni, ricavato dall’avanzo dai canoni di concessione delle grandi derivazioni idroelettriche, già incassato dalla Regione. Sarà una sorta di ristoro alle Rsa per fronteggiare i rincari energetici. Inoltre stiamo operando una rimodulazione coraggiosa dell’Fse, che per la prima volta a partire dal 2022 riserva circa 20 milioni l’anno per sostenere la quota non sanitaria ma alberghiera, e sostenere così gli inserimenti nelle strutture”.

Il protocollo è stato firmato dalle organizzazioni dei gestori AGCI Solidarietà Piemonte (Giuseppe D’Anna), AGeSPI Piemonte (Antonio Monteleone), ANSDIPP Piemonte (Andrea Manini), API Sanità Piemonte (Michele Colaci), Confindustria Piemonte Sanità (Paolo Spolaore), Confcooperative Federsolidarietà Piemonte (Maurizio Serpentino), Legacoopsociali Piemonte (Barbara Daniel).

Soddisfazione per il raggiungimento dell’intesa è stato espresso proprio dai rappresentanti delle associazioni dei gestori firmatari, che hanno dichiarato congiuntamente: “Questo accordo è importante per il nostro comparto, in particolare perché riconosce  la necessità di fare fronte all’incremento del costo dell’energia e dei servizi sopportati dalle nostre imprese, riconoscendo alle strutture l’adeguamento delle tariffe agli indici Istat di fine 2021. Questo consentirà di lavorare regolarmente anche nei prossimi mesi, chiudendo questa dolorosa doppia emergenza, che ha anche negato quella stabilità così importante per i nostri assistiti”.

Continuano i gestori: “Quanto sottoscritto, inoltre, consente di alleviare il carico di lavoro sulle Rsa, partendo dalla constatazione che gli attuali 40mila addetti non sono sufficienti a coprire la gestione dei 45mila posti letto che vengono gestiti dalle strutture che rappresentiamo. Ecco perché le ulteriori 2mila figure che potranno essere assunte in tempi rapidi garantiranno al meglio la continuità lavorativa nelle Rsa, ora che l’emergenza Covid-19 frena, e anche il Servizio sanitario nazionale deve poter tornare alla normalità. E’ una giornata importante anche per coloro che, pur senza una qualifica specifica, hanno lavorato nelle oltre 700 strutture che rappresentiamo durante la pandemia, offrendo con coraggio un contributo essenziale. Per loro si apre concretamente la possibilità di ottenere una qualifica professionale, che sul campo hanno già meritato”.

Redazione Nurse Times

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