Un ragazzo di 23 anni giunto al Pronto Soccorso dell’ospedale Loreto Mare di Napoli è deceduto a causa di una serie incredibile di disattenzioni
Il ragazzo, arrivato in codice rosso il 16/08 alle ore 21,46 in seguito ad un incidente stradale maggiore con politrauma e sospette fratture multiple, avrebbe atteso per oltre 4 ore per eseguire una angio TAC.
Dopo le indagini radiografiche e TAC, veniva nuovamente trasportato in pronto soccorso in attesa che venisse trasferito in altra struttura per effettuare una angioTAC.
Dalla ricostruzione del responsabile del Pronto Soccorso dr. Alfredo Pietrolongo, il giovane paziente dopo essere stato assistito dai rianimatori, che ne attestavano un netto peggioramento, alle ore 1,04 avveniva il ricovero nel reparto di chirurgia dove si procedeva alla richiesta di sangue, vista la discesa dei valori dell’emoglobina.
Dalla ricostruzione del responsabile del Pronto Soccorso dr. Alfredo Pietrolongo ripreso sulla pagina del consigliere regionale campano dei Verdi componente della commissione Sanità, Francesco Emilio Borrelli si evince quanto segue:
“Alle 1:45 venuto a conoscenza del fatto che il paziente era in attesa da circa due ore di essere trasportato presso un altro presidio per eseguire una angio-TAC, e la cosa si rallentava perché non vi era d’accordo su quali infermiere avrebbe dovuto eseguire il trasferimento, vedendo il dottor Vitale in P.S., lo avvicinavo per pregarlo di provvedere ad accelerare i tempi dell’iter diagnostico, anche perché il codice rosso era bloccato da circa quattro ore. Il dottor vitale mi rispondeva che sapeva lui cosa doveva fare e che le cose andavano bene così. Nel frattempo venivo coinvolto in un giro di telefonate con l’ispettore con il quale si stabiliva che una unità infermieristica della camera operatoria, non attiva al momento, passava in reparto di chirurgia ed un infermiere della chirurgia provvedeva all’accompagnamento. Comunicata tale decisione, in P.S. non giungeva nessuna unità.
Alle ore 3,30 circa il padre del ragazzo, quasi in lacrime, infuriato mi veniva a chiedere cosa si stava aspettando, preoccupato delle condizioni del figlio che peggioravano. Non sapendo cosa rispondere mi recavo nel reparto di chirurgia la ricerca del Dottor Vitale, al quale il paziente era affidato. Nella medicheria vi erano tre infermiere che me lo passavano al telefono ed alla mia richiesta di che cosa stavano aspettando per far partire il ragazzo mi rispondeva con insulti, dandomi la colpa di quello che era successo e senza niente dire se eravamo in attesa di qualche evento, riattaccava il telefono.
A quel punto, avendo intuito un comportamento di irresponsabilità nei confronti del paziente, mi precipitavo in pronto soccorso, chiedendo che un infermiere del pronto soccorso si offrisse volontario per l’accompagnamento, e raccomandavo di far partire immediatamente l’ambulanza con rianimatore e chirurgo a bordo. Il gruppo partiva, ma senza rianimatore (prognosi riservata in imminente pericolo di vita).
Il paziente, giunto al vecchio Pellegrini, veniva immediatamente affidato ai rianimatori che durante la diagnostica, procedevano a trasfondere altre tre sacche di sangue e criticavano la scelta del trasferimento senza un’autoambulanza rianimativa. Per il rientro del paziente, richiedevano l’intervento dei nostri rianimatori che non si è ottenuto. Lo stesso paziente, rientrava alle ore 8:30 circa a Loreto senza rianimativa e veniva condotto direttamente in rianimazione”.
Il responsabile del Pronto Soccorso dr. Alfredo Pietrolongo ha accusato due infermieri ed un medico attraverso un esposto interno.
Dal verbale del primario è possibile leggere come si sia verificata una “inosservanza ai più elementari doveri professionali“.
Il ritardo potrebbe aver compromesso il quadro clinico del paziente che è deceduto il giorno seguente.
A denunciare l’accaduto il consigliere regionale dei Verdi Borrelli: “Ritardata assistenza è fatto gravissimo, occorre fare luce sull’accaduto e punire severamente eventuali colpevoli. Chiederò al direttore dell’ospedale Loreto Mare di avviare un’indagine interna per fare luce sulla gravissima vicenda“.
Anche il D.G. della Asl Napoli 1, Mario Forlenza, intende denunciare la vicenda e parla di “circostanza che, se confermate, sono inaccettabili e incompatibili in una organizzazione ospedaliera la cui priorità è salvare vite umane”. Lo stesso DG farà partire prima un’indagine interna per poi: “D’intesa anche con la Regione, per l’accertamento delle responsabilità presenterò personalmente denuncia in Procura” .
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