Dramma nel capoluogo siciliano. La piccola si era stretta attorno al collo la cintura di un accappatoio per raccogliere una pericolosa sfida social. Forse ha ripreso la scena col telefonino davanti allo specchio. Aperto un fascicolo per istigazione al suicidio contro ignoti.
Mercoledì sera una bambina di dieci anni è stata ricoverata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale pediatrico “Giovanni Di Cristina” di Palermo in condizioni disperate. Davanti allo specchio del bagno di casa si era stretta attorno al collo la cintura di un accappatoio per raccogliere la sfida lanciata su TikTok, social molto in voga tra gli adolescenti, riprendendo la scena col telefonino. Ora è in morte cerebrale, come dichiara la direzione strategica dell’Arnas Civico. I genitori hanno dato il consenso alla donazione degli organi. Intanto oggi, come deliberato dal sindaco Leoluca Orelando, saranno esposte le banidere a mezz’asta in tutte le scuole di Palermo.
Sotto sequestro, da parte della polizia, il cellulare con le ultime immagini, quelle che forse testimoniano la partecipazione alla Blackout Challenge, una prova di soffocamento estremo. La Procura dei minori ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio contro ignoti per poter procedere con le indagini. Un altro fascicolo, con la stessa ipotesi di reato, è stato aperto anche dalla Procura ordinaria. Si vuole accertare se e come la bambina possa avere avuto la possibilità di partecipare alla sfida di resistere il più possibile senza respirare, se abbia registrato un video o ne abbia visionati altri, e se abbia tentato di emularne qualcuno.
A trovare la bambina priva di sensi in bagno sono stati i genitori, che poi l’hanno poratata di corsa al Pronto socoorso. Il cuore si era fermato per un’asfissia prolungata, prima di ricominciare a battere grazie alle manovre rianimatorie eseguite dal personale sanitario. Il quadro clinico è parso subito gravissimo. I medici hanno eseguito un elettroencefalogramma e altri esami, ma i primi risultati non sarebbero stati incoraggianti. Ora la direzione sanitaria è in contatto con le forze dell’ordine e con la magistratura, che dovrà ricostruire la dinamica dell’incidente e chiarire i contorni della vicenda.
“Siamo corsi tutti in strada perché sentivamo delle urla terribili: la mamma gridava che la sua bambina era morta”, racconta un vicino di casa. Nella stessa palazzina della famiglia, abita anche uno zio della bambina, che racconta a Repubblica: “Chiamavano disperatamente il 118, ma attaccavano la segreteria. Il tempo era troppo poco e abbiamo deciso di portare noi, con i genitori, mia nipote in ospedale”.
Salvatore Requirez, direttore sanitario dell’ospedale “Di Cristina”, ha diffuso un comunicato che recita: “La bambina di dieci anni, sulla cui identità vige il massimo riserbo, è arrivata al pronto soccorso alle 21:04 di ieri (mercoledì, ndr) con mezzi propri, in arresto cardiorespiratorio di non precisabile durata temporale in quanto l’inizio è ricostruibile, con anamnesi indiretta, solo approssimativamente attraverso il racconto dei genitori che l’hanno accompagnata. Immediatamente accolta in codice rosso, ha usufruito delle manovre di rianimazione cardiopolmonare e il cuore ha ripreso il battito. Ha quindi subito eseguito una Tac encefalo che ha evidenziato una situazione di coma profondo da encefalopatia post-anossica prolungata”.
Così, invece, un portavoce di TikTok: “Siamo davanti a un evento tragico e rivolgiamo le nostre più sincere condoglianze e pensieri di vicinanza alla famiglia e agli amici di questa bambina. La sicurezza della community TikTok è la nostra priorità assoluta. Siamo a disposizione delle autorità competenti per collaborare alle indagini”.
Redazione Nurse Times
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