Nella Asl di Padova sono state autorizzate dal Direttore Generale Claudio Dario, 53 assunzioni a tempo indeterminato, di cui 26 infermieri e 5 infermieri pediatrici.
La decisione maturata vista gravissima carenza di organico a cui l’azienda deve far fronte soprattutto per assicurare la continuità assistenziale e permettere al personale infermieristico di poter usufruire delle meritate ferie estive.
Le autorizzazioni derivano da delibere emesse lo scorso anno dalla regione, spiega il direttore delle Professioni Sanitarie Achille Di Falco, “Le assunzioni sono in parte copertura del turn over e in parte riconoscimento degli standard frutto della delibera regionale dello scorso anno”. Il rimpinguamento di organico a ridosso delle vacanze estive è particolarmente importante perché Padova, in quanto hub, vede aumentare l’attività in alcuni reparti. “Abbiamo evidenziato in Regione questi aspetti per cui essendo hub, con centri di eccellenza, l’attività cresce anziché ridursi. Con il personale ora in arrivo cercheremo di preservare le aree più critiche e quelle nevralgiche”.
E in Azienda l’auspicio è che le 53 assunzioni siano solo una prima tranche e che molte altre sarebbero necessarie: “La Regione sta facendo il piano di adeguamento: speriamo che seguano altre assunzioni”, conclude Di Falco.
I sindacati, soddisfatti, fanno però notare che le assunzioni erano state chieste per arrivare a garantire i minimi assistenziali rispetto alla delibera regionale 610 dell’aprile dello scorso anno e che con molta probabilità, nella graduatoria da cui attingeranno vecchia di tre anni (risalente al 2012) essendoci solo 35 nomi, non è detto che tutti siano disponibili. In tal caso l’Azienda non riuscirebbe a coprire le assunzioni se non con un nuovo concorso, ma allora sono necessari mesi, per cui l’azienda potrebbe, in emergenza avviare la procedura della chiamata diretta.
Noi auspichiamo che le aziende si adoperino affinchè vengano avviate le assunzioni di infermieri in modo da non compromettere l’assistenza dei pazienti. Chiediamo ai dirigenti di non sottovalutare questo aspetto importante dedicando all’assistenza più attenzione e di conseguenza più risorse, di non farlo sempre e solo a ridosso dei periodi critici come quello estivo. C’è bisogno di avviare delle programmazioni serie di reclutamento di personale, che significherebbe anche dare un’iniezione di fiducia ai colleghi che non trovando lavoro in Italia sono costretti ad emigrare all’estero. La continua perdita di professionisti potrebbe esporre l’Italia in futuro a problemi di carenza dell’offerta, per cui ci auspichiamo che vengano attuate delle strategie chiare con percorsi legislativi che vadano a stabilire quale sia il numero minimo di infermiere da avere in organico in modo da restituire ai cittadini la certezza di ricevere la giusta assistenza e preservando il loro diritto ad essere curati in sicurezza.
Giuseppe Papagni
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