Una casa di riposo totalmente abusiva è stata scoperta ad Arenzano, in provincia di Genova diretta da Rosalba Rodari, infermiera di 60 anni iscritta all’OPI di Alessandria (già indagata per reati in materia di stupefacenti) e Cosimo Orlando di 66 anni, coordinatore infermieristico iscritto allo stesso Ordine provinciale.
Tutti i lavoratori impiegati nei ruoli di infermieri e operatori socio sanitari sarebbero stati “assunti” in nero in cambio di una paga inferiore ai 2 euro per ora.
La struttura non era in possesso di alcun tipo di permesso o autorizzazione per accogliere utenti anziani e affetti da patologie. Turni fino a 48 ore consecutive venivano regolarmente organizzati dai due coordinatori finiti nei guai.
I militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Genova hanno eseguito due misure cautelari coercitive dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per il reato di caporalato.
Le indagini hanno avuto inizio nel gennaio 2019 in occasione di un controllo effettuato alla casa di riposo abusiva nella quale venivano allora ospitati cinque anziani non autosufficienti.
Dagli accertamenti sarebbe emerso come nel periodo compreso tra il mese di dicembre 2018 e quello di gennaio 2019, gli indagati impiegavano regolarmente quattro lavoratori sottoponendoli a turni di 48 ore consecutive con paghe orarie inferiori a due euro.
Approfittando della loro condizione di bisogno e debolezza sociale (un lavoratore extracomunitario irregolare, un lavoratore oggetto di fallimento e sfratto, una coppia di lavoratori sessantenni privi di lavoro), gli indagati, che percepivano mensilmente dai parenti degli anziani ospiti rette superiori ai 1.500 euro, costringevano gli operatori a lavorare pressoché gratuitamente.
I due infermieri, che avevano persino messo in piedi una Onlus con un nome accattivante (“Associazione la casa dei nonni”), con tanto di presidente e vice presidente. sono stati sottoposti all’obbligo di firma nell’ambito delle indagini coordinate dal sostituto procuratore Stefano Puppo, per il reato di cui agli artt. 110 – 603 bis c.1 n. 2 e c. 4 c.p.
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