Riceviamo e pubblichiamo un comunicato redatto dalla segreteria regionale del sindacato.
Nei giorni scorsi Nursing Up Piemonte ha annunciato lo stato di mobilitazione, al quale peraltro non segue lo sciopero. Ma se così fosse, è d’uopo rammentare che fu proprio questo lo strumento che consentì agli operai inglesi di vedere finalmente cessare la condizione di sfruttamento nelle miniere, vedendo riconosciuti non solo doveri, ma anche i diritti a tutti i lavoratori.
Spiace rilevare che quella che per noi è una semplice dialettica di confronto tra le parti sia stata considerata invece dall’assessorato come il fulcro della conversazione, mentre di fatto non emerge la questione vera e propria: il problema del sottodimensionamento degli organici, che esiste, è pressante e ad oggi non ha ancora trovato soluzione in quanto, stante l’urgenza e la necessità di un cospicuo investimento di risorse economiche nel campo dei professionisti sanitari, la precedente Giunta regionale ha approvato e deliberato il Piano triennale di fabbisogno del personale 2019-2021, documento di natura esclusivamente contabile, di contenimento dei costi della spesa del personale. Tale progetto si pone come obiettivo esclusivamente il turnover, ossia la compensazione 1 a 1, cioè per ogni dipendente cessato uno verrà assunto. In parole povere, per spendere meno devo assumere meno personale. Al contrario, il fabbisogno di personale deve tenere conto non solo dei pensionamenti, ma anche delle assenze a vario titolo (maternità, infortuni, malattia, congedi, ecc.) e degli istituti contrattuali come la pronta disponibiltà, che impattano in concreto la programmazione della turnistica quotidiana.
Tempo addietro, per colmare queste carenze di personale, si ricorreva dapprima ai concorsi a tempo determinato. Successivamente, anche per non perdere la professionalità acquisita (valorizzazione professionale), seguiva il concorso per l’assunzione a tempo indeterminato. Invece ora, per ridurre la spesa si accede al lavoro somministrato, se non addirittura, come fatto sempre dalla precedente Giunta regionale, all’esternalizzazione di servizi sanitari centrali (es. laboratori analisi).
Claudio Delli Carri, segretario regionale Nursing Up, spiega: “Nelle aziende sanitarie piemontesi la situazione è divenuta oramai insostenibile, surreale e allucinante. I colleghi sono costretti a turni massacranti, terminano il lavoro fisicamente ed emotivamente provati, senza la certezza di non dover rientrare in servizio, poche ore dopo, stante l’esigenza di assicurare la copertura della pronta disponibilità o le assenze a vario titolo (malattia, gravidanza). A titolo esemplificativo, ma assolutamente non esaustivo, il solo fabbisogno di infermieri oggi in Piemonte è di ulteriori circa 4mila unità. Si aggiunga che anche le altre professioni sanitarie (ostetriche, tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia, ecc.) sono in sofferenza cronica”.
Quindi è necessario agire e subito, ma come? “Tutte le parti interessate – precisa Delli Carri – devono sedersi attorno a un tavolo affinché il confronto, con le opportune e reciproche istanze, si svolga sui temi sin qui affrontati e nel rispetto degli attori coinvolti, per poi giungere a una o più soluzioni condivise. Le precedenti comunicazioni inviate all’assessorato, e nello specifico l’invito ufficiale e formale rivolto all’assessore a partecipare al convegno di Nursing Up Piemonte, tenutosi ad Alba il 4 ottobre scorso, dimostrano la volontà di dialogare. Fu scelto tale evento (il più importante per un’organizzazione sindacale) per offrire la nostra collaborazione, in sinergia con l’assessorato e non in contrapposizione, come invece è stato interpretato, per creare una visione di insieme sulla valorizzazione delle professioni sanitarie, con l’intento di migliorare e quindi contribuire a rendere più efficiente tutto il sistema sanità. Per questo non comprendiamo la reazione stizzita dell’assessorato. La sanità di oggi è un corpo unico, composto di professionisti che operano quotidianamente fianco a fianco, ognuno con le proprie e specifiche funzioni e competenze, siano essi medici, infermieri e/o professionisti sanitari tutti”.
In audizione presso le Commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato “bene hanno fatto le Regioni a chiedere più risorse per il piano assunzioni del personale”, ha affermato il presidente nazionale Nursing Up, Antonio De Palma, e di qua bisogna partire. Ribadiamo dunque, con la giusta fermezza, la necessità di un tavolo di confronto atto a formulare al più presto un piano di azione condiviso anche dalle parti sociali. È così che sappiamo e vogliamo rendere onore alla categoria.
Redazione Nurse Times
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