Lo ha ribadito il presidente De Palma sulla scorta di una sentenza in tal senso del Tribunale di Pordenone.
“Con la sentenza n. 116 del Tribunale di Pordenone, emessa nel luglio scorso, i giudici hanno stabilito che la tassa di iscrizione all’Albo professionale degli infermieri deve gravare in capo al datore di lavoro, cioè l’Azienda sanitaria del Friuli occidentale. Una pronuncia storica, che cambia il panorama giuridico e permette a noi del Nursing Up di proseguire con maggior forza la nostra lotta per il riconoscimento di questo diritto per tutti gli infermieri che rappresentiamo”. Così Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up, in una nota.
“Se fino a oggi le cause in materia avevano dato esito negativo – spiega -, ora è invece avvenuto un ribaltamento importante, del quale gli altri magistrati sicuramente terranno conto nel momento di pronunciarsi. In parole povere, la decisione del Tribunale di Pordenone ha finalmente cambiato le carte in tavola, e quindi il Nursing Up continuerà a sostenere il diritto degli infermieri pubblici dipendenti a vedersi sgravati dall’onere annuale della tassa di iscrizione all’Ordine professionale, che invece, lo abbiamo sempre sostenuto, spetta alle aziende sanitarie presso le quali gli infermieri effettuano attività esclusiva, come già il Consiglio di Stato ha deciso che debba essere per gli avvocati pubblici dipendenti con parere n. 678/2010”.
Conclude De Palma: “Abbiamo pertanto assegnato ai nostri legali il compito di selezionare le aziende da portare in giudizio, dandogli mandato ad agire prontamente. Chiediamo al presidente della Commissione Sanità del Senato che succederà al viceministro Pierpaolo Sileri di integrare il Ddl sull’intramoenia alle professioni sanitarie non mediche con una previsione che risolva definitivamente questo annoso problema, mettendo a carico degli enti datori di lavoro la tassa di iscrizione all’Ordine professionale degli infermieri”.
Redazione Nurse Times
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