Finalmente una Regione risponde al nostro appello dello scorso autunno sulla necessità di prevedere e dare impulso, in modo strutturato, alla figura dell’infermiere scolastico! Perché la battaglia contro il virus non si combatte solo nelle corsie degli ospedali».
Attraverso il Dipartimento di Prevenzione, l’Asl pugliese propone di creare presidi sanitari infermieristici nelle scuole con screening periodici, prevenzione e naturalmente campagna vaccinale. Finalmente qualcuno parla di nuovo di infermiere scolastico in Italia!
ROMA 6 FEB 2021 – «Accogliamo con soddisfazione la brillante iniziativa, finalmente è il caso di dirlo, dell’Asl di Bari che ha previsto il reclutamento di 110 infermieri che verranno impiegati dal Dipartimento di Prevenzione per tutte le attività territoriali legate all’emergenza Covid.
Perchè, era ora, almeno la Regione Puglia sembra averlo compreso, che qualcuno mettesse in evidenza, nei fatti, che la battaglia al virus non si combatte solo nelle corsie degli ospedali a contatto ogni giorno con i contagiati, ma con una concreta campagna di prevenzione e sensibilizzazione a stretto rapporto con i cittadini.
E in questo percorso propositivo, che sarebbe dovuto maturare nelle menti e nelle azioni dei nostri Governatori molto tempo fa, soprattutto a cavallo tra la prima e la seconda ondata, forti dell’esperienza vissuta la scorsa primavera quando il nemico era sconosciuto e le difese erano certamente non all’altezza di quelle di oggi, il ruolo dell’infermiere, perno più che mai del nostro sistema sanitario, non diventa solo fondamentale nella sfida quotidiana alla cura dei pazienti, ma assume aspetti decisivi nel mondo scolastico, laddove i giovani, i ragazzi, i bambini, hanno fortemente bisogno di un sostegno.
Laddove la cultura della prevenzione assume un aspetto non certo secondario rispetto alle azioni finalizzate a salvare tante vite umane. In un momento in cui il piano vaccini stenta ancora a decollare, proprio per la mancanza di infermieri, potrebbe sembrare un controsenso ricercarli per impiegarli nel settore scolastico.
Tutt’altro! Di loro abbiamo bisogno sempre, fuori e dentro gli ospedali. La loro competenza, la loro umanità, la loro formazione, può fare la differenza. Perché poi non immaginare che i nostri professionisti nelle scuole possano vaccinare gli insegnanti, il personale Ata, gli studenti oltre i 16 anni».
Così Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up, elogia il progetto messo in atto dall’Asl di Bari e non manca di ricordare come nel recente passato il sindacato avesse già sollevato la necessità di riportare gli infermieri nelle aule scolastiche.
Leggiamo fedelmente dal bando: “110 infermieri verranno impiegati dal Dipartimento di prevenzione per tutte le attività legate alla emergenza Covid, e in particolare saranno destinati ad altrettanti presidi sanitari nelle scuole, impegnati in screening periodici, sorveglianza e campagna vaccinale nella seconda fase del piano nazionale.
Il reclutamento, avviato grazie alla delibera del 27 gennaio, procederà su due binari: con la chiamata personale, attingendo già da una graduatoria disponibile per tempo determinato e tramite un avviso di mobilità interna con scadenza 7 febbraio, per il personale infermieristico a tempo indeterminato, qualora fosse disponibile ad un distacco temporaneo presso il Dipartimento di Prevenzione”.
«L’infermiere scolastico da impiegare nelle attività educative destinate ai giovani riveste oggi più che mai un ruolo decisivo per il futuro della sanità italiana, continua De Palma. E’ qui, nelle scuole, “teatro” non solo di apprendimento ma di crescita sociale, che sarebbe opportuno introdurre in tutte le Regioni una figura chiave come quella dell’infermiere: avevamo chiesto a gran voce che ciò avvenisse già lo scorso settembre, alla riapertura dell’anno scolastico, sia per supportare gli studenti nella loro ripresa delle attività, dopo mesi di isolamento, seguendoli passo per passo in un percorso di formazione e conoscenza di tutte le regole di contrasto al diffondersi delle principali tipologie di malattie contagiose e diffusive, sia per fornire una vera propria formazione in educazione sanitaria, quella che manca negli istituti scolastici, quella che è fondamento per diventare cittadini informati e responsabili.
Mi riferisco ancora una volta alle norme basilari di pronto soccorso, alla civica responsabilità sociale che ognuno di noi ha nel tutelare la propria salute e quella collettiva, cose che si dovrebbero apprendere dai primi anni di vita. Mi immagino una Italia dove finalmente l’infermiere, al pari del medico, insegni ai ragazzi la “cultura della salute”. Speriamo che quello dell’Asl di Bari non sia un caso isolato, non sia un sasso minuscolo gettato nello stagno, destinato a sparire e finire nel dimenticatoio»
Ultimi articoli pubblicati
- Prevenire le lesioni da pressione: il 21 novembre torna la Giornata Internazionale STOP Pressure Ulcers
- Convegno “Universalità delle cure e sostenibilità dei Ssn in Europa”: appuntamento a Roma il 22 novembre
- Ostia (Roma), uomo morto per possibile shock anafilattico: indagati tre medici del Centro Paraplegici
- Reggio Emilia, violenza in Pronto soccorso: 16enne prende a pugni due infermieri
- Asl Napoli 3 Sud, sospesa infermiera che si spacciava per cartomante e sensitiva
Lascia un commento