Dopo l’aggressione al pronto soccorso di Cinisello Balsamo, il sindacato alza la voce: “Se le aziende sanitarie e gli ospedali non individuino modalità idonee a garantire la salvaguardia dell’incolumità fisica, sono corresponsabili”.
“Condanniamo con forza l’ennesima aggressione ai danni di infermieri, colpiti nell’esercizio delle loro funzioni, mentre prestavano servizio nel pronto soccorso di Cinisello Balsamo. Spinte, calci, pugni inferti agli operatori sanitari sono ormai all’ordine del giorno nelle cronache. Per noi queste condizioni di lavoro non sono più accettabili. Occorre un’alzata di scudi generale a difesa dei professionisti della salute, fatti oggetto ancora una volta di una tale reiterata violenza”. Così Antonio De Palma, presidente del sindacato di categoria Nursing Up, commenta la vergognosa aggressione avvenuta ieri nel milanese, a seguito della quale quattro infermieri hanno riportato dai cinque ai nove giorni di prognosi.
“A questo punto – avverte De Palma – non è più differibile l’individuazione di un servizio di sorveglianza attivo 24 ore su 24, che le Asl, come datori di lavoro, devono garantire in quanto responsabili dell’incolumità e della sicurezza dei propri dipendenti. Basta, aspettare: è arrivato il momento che si creino dei servizi specifici di sorveglianza nei pronto soccorso e negli altri servizi sensibili. Purtroppo ciò che accade non rappresenta più un’eccezione e molto spesso i cittadini, esasperati dal un sistema che non funziona, individuano nei professionisti sanitari e nei medici i responsabili di questa situazione, nonché i rappresentanti istituzionali contro cui scagliarsi per protestare”.
Spiega ancora il sindacalista: “Noi del Nursing Up facciamo appello proprio alle istituzioni, perché sono loro che dovrebbero tutelare l’incolumità degli operatori sanitari contro le reiterate aggressioni a cui vengono sottoposti quotidianamente. Si tratta di un preciso obbligo che discende dal Codice Civile, al quale le aziende non si possono sottrarre in alcun modo, poiché il datore di lavoro ha la responsabilità dell’incolumità psico-fisica del dipendente durante le attività di servizio”.
Conclude De Palma: “Pretendiamo che le Asl e gli ospedali individuino modalità idonee a garantire la salvaguardia dell’incolumità fisica degli infermieri che prestano servizio presso di loro. Ove ciò non accadesse, sarà nostra cura sostenere i colleghi di fronte alla magistratura per richiedere l’accertamento e la rifusione del danno, e poi, in casi di aggressione, agiremo anche nei confronti di quelle aziende che, non avendo tutelato i propri dipendenti, in qualche maniera hanno cagionato un danno all’erario che, a nostro parere, si configura laddove un’azienda obbligata a tutelare la sicurezza dei propri dipendenti, non adotta le dovute cautele e si ritrova a dover rifondere il danno”.
Redazione Nurse Times
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