La Giunta provinciale di Trento, con un’iniziativa unilaterale e senza confronto sindacale, ha determinato gli standard assistenziali delle varie UU.OO tramite una delibera del 7/7/2017.
Da una prima lettura del provvedimento, l’intento appare quello di definire dei parametri minimi di riferimento, al di sotto dei quali non scendere per non compromettere la qualità e la sicurezza delle cure, le strutture si dovranno adeguare entro il 31/12/2019.
Consapevoli di quello che hanno determinato analoghi provvedimenti nelle regioni vicine, noi temiamo che gli standard minimi assistenziali definiti dalla delibera di Giunta vengano poi adottati in maniera sistemica e senza un approfondita valutazione di merito, causando poi un depauperamento ulteriormente degli organici infermieristici ed assistenziali, già oggetto di un ridimensionamento negli anni passati.
Per quanto ci riguarda, non sono per niente chiari i criteri ispiratori degli standard, vengono solo citate alcune fonti bibliografiche, ma noi ne conosciamo delle altre, che sono autorevoli e che dicono invece cose diverse rispetto alle fonti citate.
A tal proposito, vogliamo citare una situazione che già si presenta problematica nei reparti di Emodialisi dell’Apss di Trento, dove tradizionalmente il rapporto numerico tra infermiere e paziente era di 1.3, ora la nuova disposizione ridefinisce “asetticamente” il rapporto di 1 a 4, senza riportare motivazione alcuna e senza esprimere una valutazione del contesto clinico/organizzativo.
Meritano un’analisi approfondita anche gli standard definiti per le terapie intensive e tutto il settore legato alla riabilitazione, per noi sono da definire invece anche adeguati standard di dotazione del personale per le assistenti sanitarie, particolarmente gravate di attività in seguito all’applicazione della nuova normativa sui vaccini.
Ci auguriamo che i responsabili della sanità trentina, se proprio vogliono mutuare esempi assistenziali presenti in alcune regioni d’Italia riproponendoli in Trentino, perlomeno lo facciano scegliendo degli esempi virtuosi, dove si è cercato di mantenere un’alta qualità assistenziale!!
Dall’analisi della letteratura nazionale ed internazionale, emergono chiaramente quali siano gli aspetti fondamentali che influenzano la qualità delle cure, determinandone poi gli esiti finali:
- I minuti di assistenza;
- Lo skill mix tra tempo assistenziale infermieristico e quello delle figure di supporto;
- Il turn-over del personale;
- Una adeguata dotazione organica, che permetta di usufruire di adeguate ferie e riposi;
- La formazione continua e le specializzazioni
Ognuno di questi aspetti è per noi di fondamentale importanza e deve essere oggetto della massima attenzione nonché un momento di confronto/concertazione con Azienda e Provincia..
Il sindacato Nursing up ha chiesto un incontro urgente con le direzioni aziendali per addivenire ad un costruttivo confronto, non vorremmo certo che il Trentino “scimmiottasse” quello che è stato fatto in realtà limitrofe, come il Veneto, che ha adottato standard assistenziali al ribasso!
Ogni decisione che riguarda il personale infermieristico ed assistenziale ha una diretta conseguenza sull’esito delle cure ed è da questo aspetto che bisogna partire, non certo da una esclusiva e preventiva disamina ragionieristica in termini di “cassa e risparmio”!
Se Provincia ed Azienda rifiuteranno con noi il confronto, – comunica Nursing Up -, dovremo iniziare a pensare che i nostri timori erano fondati!
Occorre inoltre rammentare che i nostri professionisti devono operare in condizioni di sicurezza, visto lo status di “professionisti sanitari” acquisito con L.42/99 e che ci obbliga a rispondere in “prima persona” ed in “maniera autonoma” del nostro operato.
Restiamo in attesa di essere convocati, in caso contrario ci rivolgeremo ad altre sedi, per tutelare gli interessi dei nostri professionisti associati (oltre 1400) e la qualità delle cure nei confronti degli utenti!
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