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Nursind Marche: “Assurdo chiamare per soli 3 mesi gli infermieri che già lavorano altrove”

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Nursind Marche: "Assurdo chiamare per soli 3 mesi gli infermieri che già lavorano altrove"
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Il segretario regionale del sindacato, Donato Mansueto, critica la proposta dell’Asur di utilizzare la graduatoria concorsuale al fine di assumere 3mila unità di personale.

«È assurdo chiamare infermieri che già lavorano a tempo indeterminato o determinato in altre strutture per proporre un contratto di soli tre mesi». Donato Mansueto (foto), segretario di Nursind Marche, lancia l’allarme sulla proposta dell’Asur di utilizzare la graduatoria concorsuale al fine di assumere 3mila infermieri, così da rafforzare gli organici negli ospedali per far fronte all’epidemia di coronaviurus. Procedura definita «fallimentare», anche dai segretari di Nursind Pesaro-Urbino (Alessandro Samanna), Ancona (Matteo Rignanese), Macerata (Elisabetta Guglielmi) e Ascoli Piceno – Fermo (Maurizio Pelosi).

Il sindacato degli infermieri rimarca che i professionisti della salute presenti nella graduatoria sono già occupati a tempo determinato in altre strutture sanitarie marchigiane, per lo più private, oppure in altre regioni, e «già ci hanno riferito che non accetteranno questo contratto».

Secondo Nursind, sarebbe stato più logico puntare su contratti a tempo indeterminato e chiedere al ministero della Salute di «validare i test scritti senza la necessità di dover sostenere esami orali, che sono un pro-forma, così da accelerare le procedure e assumere i 2.800 infermieri che hanno superato la prova dei 3mila che si sono presentati», come spiega la segretaria aziendale Elsa Frogioni, precisando che «ci sono colleghi che lavorano in altre regioni e che vorrebbero avvicinarsi, ma non possono lasciare un lavoro a tempo indeterminato o determinato per un contratto della durata di tre mesi».

Le segreterie territoriali del Nursid definiscono l’iniziativa dell’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, «l’ennesimo coup de théâtre, che getta fumo negli occhi alla popolazione», e rimarcano che con la procedura proposta «lascerebbero di punto in bianco, senza neanche il tempo di preavviso contrattuale, le loro sedi di servizio, causando in queste aziende un grave disservizio, con conseguenze dannose per gli stessi pazienti».

Il sindacato sggiunge: «Nei servizi sanitari marchigiani si registra una forte carenza di professionisti sanitari, per ogni unità operativa sanitaria, dove mancano in media tre-quattro infermieri. Stimiamo un fabbisogno urgente per ogni area vasta della regione Marche di circa 250 infermieri, senza considerare le grandi aziende di Marche Nord e Azienda Ospedali Riuniti di Ancona, dove le necessità per ciascuna constano di circa 150 – 200 infermieri».

Prosegue Mansueto: «Nelle Marche mancano oltre 700 infermieri. Una carenza colmata grazie all’abuso e sfruttamento delle condizioni di lavoro: gli infermieri a tempo determinato in servizio non hanno beneficiato delle ferie estive, saltando anche i loro riposi. Purtroppo questi colleghi hanno paura di richiamare i loro diritti di lavoratori. Li dissuadono il concorso non ancora concluso e l’ipotetico rischio di essere discriminati».

Nursind denuncia anche gli infortuni nelle strutture sanitarie: «Sono più di 500 i sanitari malati di Covid-19 e positivi asintomatici, un numero che tende a crescere. Inadeguate le misure di tutela della loro salute, con screening non ancora istituiti nelle più grandi aziende sanitarie marchigiane, mentre anche nel nuovissimo Covid Center di Civitanova Marche le problematiche organizzative e gestionali non mancano: l’impianto di climatizzazione risulta inadeguato, i sanitari lamentano temperature troppo elevate, la traspirazione con le tute di contenimento diviene spesso insopportabile, tale da rendere quasi sempre gli schermi protettivi appannati con conseguenti difficoltà visive. Inoltre l’illuminazione non è sufficiente».

A proposito del Covid Hospital di Civitanova Marche: «L’arruolamento del personale infermieristico non esclude colleghi senza esperienza effettiva nell’ambito dell’area critica, per cui i carichi di lavoro per il personale “esperto” risultano molto onerosi, con conseguente aumento del rischio clinico per i pazienti. L’auspicio è che il Governo sanitario marchigiano attui strategie che tengano in dovuta considerazione le proposte avanzate dalla nostra categoria professionale. Basta, essere trattati alla stregua di pedine, esclusi dai processi decisionali: è strategia miope, disastrosa per una buona politica sanitaria. Gli infermieri sono tra gli interlocutori più responsabili e competenti, professionisti con il medesimo obiettivo: garantire la salute dei cittadini».

Redazione Nurse Times

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