E’ di questi giorni l’uscita di uno scriteriato, quanto discutibile comunicato stampa della triade CGIL, CISL, UIL ed FSI USAE:
Il documento è a firma:
- Lucia Batrbi (CGIL)
- Riccardo Pucci (CISL)
- Francesco Manfrevola (UIL)
- Patrizia Pocci (FSI USAE)
Che tenta con voli pindarici di incredibile fantasia di contrastare e di screditare l’iniziativa forte e decisa di un sindacato di categoria infermieristico sulla questione demansionamento.
Ora pur ritenendo la dialettica tra sindacati una essenziale forma di democrazia resta comunque il fatto che alcune considerazioni su quanto scritto da questi personaggi vada fatta. Assistiamo ad un attacco verso gli infermieri che avviene puntualmente. Probabilmente con l’obiettivo di difendere i loro amici dirigenti aziendali indubbiamente colpevoli di demansionare gli infermieri. Nel goffo tentativo di proteggere le loro posizioni di vertice, hanno completamente dimenticato che esistono leggi dello Stato ed una corposissima giurisprudenza che smentiscono clamorosamente quanto tentato di affermare nella seguente nota.
Voglio a questo punto fare un paio di considerazioni
Come è possibile infatti CONTRASTARE STRENUAMENTE l’immissione in ruolo di decine se non centinaia di OSS? Perchè per risolvere il problema del demansionamento infermieristico significa senza ombra di dubbio procedere ad immettere in ruolo in un modo o nell’altro il personale di supporto ed anche infermieri.
La domanda che mi sorge spontanea è la seguente: come possono dei sindacati generalisti disconoscere questa realtà e che tipo di politica sindacale perseguano ed a scapito di chi?
Perché risolvere questo problema significa per prima cosa restituire dignità ai professionisti infermieri che sono anche lavoratori e che come tali dovrebbero rappresentare, fare occupazione come detto prima e poi infine garantire una vera assistenza di qualità ai cittadini utenti.
Non so ora cosa sia cambiato all’interno di questi sindacati, ma una volta questi obiettivi erano la base della politica sindacale di un qualunque sindacato che si rispettava. Oggi con questo comunicato stampa, tra l’altro scritto davvero male e a tratti incomprensibile sia nella forma che nello stile, tutto questo di fatto viene disconosciuto e di fatto negato.
Cosa si vuole difendere con questo comunicato, cosa si vuole nascondere e chi si vorrebbe avere la pretesa di difendere?
Ce lo spieghino questi illuminati dirigenti sindacali perchè francamente appare che gli unici difesi da questi signori siano i vertici aziendali e non certo i professionisti infermieri, i disoccupati che aspettano un posto di lavoro ed i cittadini che hanno diritto (art. 32 della costituzione) ad una assistenza di qualità.
Di quali lotte intestine blaterano questi signori? Quelle che fa loro comodo vedere? …oppure più semplicemente non esistono lotte intestine, ma solo la necessità ovvia e improcrastinabile di completare lo staffing aziendale per poter (come è giusto che sia) lavorare in equipe in cui a seconda delle professionalità ognuno faccia il suo, e tutti insieme per un’assistenza di qualità come deve essere e come è sancito da leggi e giurisprudenza.
Come possono dei sindacati che si occupano di sanità affermare che non è la laurea a fare la differenza? E cosa è che fa la differenza?
Forse secondo loro i pazienti debbono essere assistiti da carpentieri, macellai, autisti, muratori o quant’altro? Con tutto il rispetto per questi lavoratori certamente NON SONO INFERMIERI E NON SONO PROFESSIONISTI DELLA SALUTE.
In conclusione se questo è il sindacato che rappresenta gli infermieri, i disoccupati ed i cittadini nei loro diritti, sarebbe meglio per tutti, ma proprio tutti che questi discutibili personaggi si occupassero di altro.
Per quello che invece riguarda la parte normativa, questo comunicato dimostra UNA PROFONDA IGNORANZA DELLA MATERIA. Forse gli estensori di questo documento dimenticano che per esercitare la professione infermieristica la normativa prevede:
- di essere in possesso di una laurea in infermieristica
- di aver superato un esame di Stato abilitante
- di essere iscritto ad un ordine professionale
Inoltre qualora fosse sconosciuto a questi signori vorrei rendere noto a costoro che oltre la laurea in infermieristica l’ordinamento prevede anche:
- master di primo livello (un anno) di specializzazione clinica e gestionale
- laurea magistrale in scienze infermieristiche ed ostetriche
- master di secondo livello
- dottorati di ricerca
Sono dunque deciso e con orgoglio a comunicare a questi dirigenti sindacali che gli infermieri SONO PROFESSIONISTI INTELLETTUALI SOGGETTI ALL’ISCRIZIONE AD UN ORDINE PROFESSIONALE con tutto quanto che da ciò deriva. E quindi la laurea in questo caso fa la differenza, fa la stessa differenza che c’è tra uno stregone ed un medico, ma a questo punto dobbiamo dire che CGIL, CISL, UIL E FSI USAE sono rimasti indietro nel tempo, naturalmente liberi di farlo e di crogiolarsi dietro ogni possibile dito pur di non vedere la realtà che ci circonda.
La loro ignoranza e la loro miopia politica non può concedere a questi figuri il diritto di offendere e denigrare la professione infermieristica.
Una professione, che è bene ricordare e sottolineare, nonostante i danni irreparabili portati al nostro sistema salute, anche grazie alla connivenza di questi sindacati, al loro assordante silenzio ed a contratti che per essere buoni possiamo definire ridicoli (da costoro sottoscritti e sbandierati come vittorie) questi professionisti hanno tenuto e tengono in piedi.
GLI INFERMIERI SONO LA SPINA DORSALE DI QUESTO SISTEMA SALUTE E MERITANO RISPETTO DA PARTE DI TUTTI. SINDACATI COMPRESI.
GLI INFERMIERI DICONO AD ALTA VOCE BASTA, BASTA CON IL DEMANSIONAMENTO, BASTA CON LO SFRUTTAMENTO, BASTA CON LE OFFESE ALLA NOSTRA DIGNITA’ DI PROFESSIONISTI.
Angelo De Angelis
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