L’evoluzione scientifica e tecnologica ha portato negli ultimi anni alla scoperta di nuove molecole in grado di rallentare o eradicare diverse tipologie di neoplasie
Secondo i dati riportati da LILT in Italia i tumori che colpiscono maggiormente la popolazione sono quelli al colon retto, al polmone, al seno, alla prostata.
Per il tumore al seno e per l’adenocarcinoma pancreatico sono nati due approcci terapeutici che potrebbero dare una svolta significativa alla malattia.
Per l’adenocarcinoma pancreatico il nuovo approccio prevederebbe l’impiego del Olaparib. Gia approvato dalla F.D.A. il Olaparib ha uso quando il trattamento iniziale con Platino del tumore con BRCA mutato non mostra progressione per 16 Settimane dall’ultimo trattamento. Infatti comportandosi come inibitore delle poli-ADP ribosio polimerasi, arresta la riparazione cellulare nel tumore danneggiato dalla chemioterapia con Platino. Lo studio POLO, ha dimostrato un aumento della Progression Free Survival, ovverosia sopravvivenza senza progressione di malattia, era fino a quasi 8 mesi nel gruppo che assumeva Olparib rispetto ai 3.8 del gruppo placebo.
Inoltre, dopo 2 anni, circa il 22% dei pazienti che assumeva l’inibitore di PARP non ha avuto progressione di malattia (cosa che invece è accaduta solo nel 9% dei soggetti che assumevano placebo).
Per il tumore al seno il nuovo farmaco d’elezione per tale malattia è il Tucatinib, quando il gene espresso è HER2+.
Circa il 20% delle pazienti affette da un tumore al seno presenta, all’analisi molecolare, una amplificazione del gene ERBB2 che si traduce in una iper-espressione sulla superfice della membrana della cellula neoplastica del recettore HER2.
Generalmente questo recettore (recettore HER2)che riceve stimoli continui favorendo la crescita neoplastica è bloccato mediante impiego di anticorpi monoclonali come Trastuzumab e Pertuzumab.
Tucatinib è un inibitore sperimentale di piccole molecole di HER2 in sviluppo per il trattamento del cancro. È un farmaco sperimentale per il carcinoma mammario HER2 positivo
Il Tucatinib, ancora oggi, non è stato approvato dal FDA.
Solitamente i tumori con esposizoone del recettore HER2+ hanno predisposizione a metastatizzare a livello cerebrale.
Il Tucatinib agisce come inibitore di tirosin-chinasi. Se associato con Transtuzumab e Capecitabina ha impatto importante sulla riduzione del rischio di morte, abbassando la soglia di mortalità del 34%.
Incorragiante è anche la percentuale di progressione della malattia, che si riduce del 46%.
Gli effetti collaterali del farmaco sono stati moderati e comunque pienamente gestibili (prevalentemente diarrea, ma anche eritrodisestesia palmo-plantare, incrementi di transaminasi fugaci e di basso grado).
CALABRESE MICHELE
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