In Italia, purtroppo, si è insediata una zanzara, il tipo Culex, che è serbatoio di un virus che potrebbe essere letale per l’essere umano: il virus West Nile
Tale virus, che causerebbe in prima battuta uno stato febbrile, è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.
Oltre le zanzare altri serbatoi sono gli uccelli selvatici; con l’uomo entra a contatto tramite la puntura della Zanzara Culex e non è trasmissibile uomo – uomo.
Si documentano dei casi di contagio anche tra altri mammiferi diversi dall’uomo, come cani, gatti ed equini.
La sintomatologia è tipica dello stato febbrile tra cui eritemi diffusi, congiuntivite, cefalea, astenia e nelle popolazioni anziane o malnutrite i sintomi debilitanti peggiorano.
Si documenta che un paziente su 1000 potrebbe avere danni neurologici permanenti a causa dell’encefalite che si instaura.
La diagnosi è effettuata con test ELISA o IMMUNOFLUORESCENZA, sia su siero che su liquor alla ricerca di anticorpi IgM.
La terapia è sintomatica e non esiste una vaccinazione per ovviare allo sviluppo totale o minimizzato della malattia trasessa da questa tipologia di zanzara; anzi l’unico rimedio preventivo sarebbe quello di non entrare a contatto con l’insetto.
Altre misure cautelative e di prevenzione sono le solite che ci permettono dsi ovviare il contttto con le zanzare:
- repellenti
- pantaloni lunghi
- camicie a maniche lunghe
- zanzariere alle finestre
- svuotare vasi di fiori con acqua stagnante
I pazienti più a rischio di episodi che farebbero peggiorare la situazione clinica precaria pre-esistente potrebbero essere cardiopatici, diabetici, pazienti affetti da BPCO.
Istituto Superiore Sanità: SORVEGLIANZA CONTINUA SUL WEST NILE VIRUS
Il piano prevede poi che chiunque abbia soggiornato, anche solo per una notte, in una delle zone dove è stato isolato il virus possa donare il sangue anche in un’altra provincia, ma solo se la struttura di riferimento si sarà dotata del kit per effettuare il test. Diversamente il donatore sarà sospeso per un periodo cautelativo di 28 giorni.
Il monitoraggio del virus nei donatori di sangue da parte del Cns è costante (sono già 13 le positività riscontrate tra i donatori) ed efficace, tanto che il primo caso umano, risalente allo scorso 8 luglio in Emilia Romagna, è stato notificato 19 giorni dopo la circolare di alert con le misure di prevenzione emessa dal Cns per il territorio in questione. Aggiornamenti regolari vengono forniti tramite il sito web centronazionalesangue.it e i canali social del Centro.
“Il piano di sorveglianza funziona e il sistema regge – ha affermato il direttore del Centro Nazionale Sangue, Giancarlo Maria Liumbruno – come ha retto l’anno scorso all’outbreak del virus Chikungunya che ha colpito la regione Lazio. Ma il dilagare del virus del West Nile, se sottovalutato, può aggravare le carenze di sangue che si registrano annualmente in estate, quando ondate di caldo e vacanze al mare spingono i donatori abituali a disertare l’appuntamento con i centri di raccolta. Ed è qui che le Regioni possono intervenire, adottando ad esempio i test Nat anche nelle province non colpite dal virus per evitare di ricorrere alla sospensione sistematica dei donatori”.
CALABRESE Michele
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