È accaduto a Cantù, dove la guardia medica è rimasta letteralmente spiazzata dall’exploit razzista di una paziente.
Che il degrado culturale sia uno dei problemi più evidenti e dilaganti del nostro Paese, è cosa nota ormai da tempo. Trattasi purtroppo di una decadenza triste, profondamente ignorante, squallida.
Una decadenza che porta i nostri giovani a stampare adesivi di Anna Frank (VEDI) in nome di chissà quale goliardia. Che li porta a pestare e a dare alle fiamme un senza fissa dimora per gioco o per scherno (VEDI). Che li convince che riunirsi in branco per aggredire delle persone al grido di “Sporco negro, via dall’Italia!” (VEDI) o per imbrattare le scuole con svastiche e altri ignobili simboli (VEDI) sia cosa buona e giusta. Che riempie alcuni uomini di così tanta debolezza e odio da spingerli a insultare e a prendere a calci una ragazzina solo perché di colore (VEDI). E che porta anche a episodi di intolleranza razziale nei luoghi di cura. Come quello avvenuto in Brianza nel 2016, quando un paziente rifiutò di farsi ricoverare in quanto: “Con quel negro in stanza non ci voglio stare. Cambiatemi posto, oppure me ne vado immediatamente” (VEDI).
Stavolta la vittima è stata un medico che presta la sua attività presso l’ambulatorio della guardia medica di Cantù. Trattasi del dottor Andi Nganso, 30 anni, nato in Camerun e da 12 anni in Italia. A un certo punto gli si è presentata davanti una paziente che, senza girarci troppo intorno, gli ha vomitato addosso un glaciale e sprezzante: “Non mi faccio visitare da un negro”.
Le parole del dottor Nganso, purtroppo non nuovo a simili atteggiamenti, sono state riportate dall’ANSA: “Sono medico da due anni e capita di rendermi conto che i pazienti sono sorpresi e magari un po’ incerti davanti a un medico nero, ma una reazione tanto violenta non mi era mai capitata prima. In diversi casi mi sono trovato davanti persone che non sono riuscite a nascondere la sorpresa e magari anche il loro disappunto. Una volta un bimba mi ha fatto notare con stupore che ero gentile, mentre i suoi genitori le dicevano di non parlare con gli uomini neri. In altri casi qualcuno ha lasciato con una scusa l’ambulatorio. Non me la prendo. Questa volta, però, la reazione della paziente mi ha spiazzato”.
Il medico ha affidato la sua rabbia a un post sul suo profilo Facebook, già arrivato a oltre 3.700 like e più di 600 condivisioni: “Non ti fai toccare da un medico ‘negro’? Io ti ringrazio. Ho 15 minuti per bere un caffè. Cog&-#++na!”, ha scritto, definendosi “su tutte le furie”.
Alessio Biondino
Fonte: ANSA
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