Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del sindacato di categoria, contenente le dichiarazioni del presidente De Palma.
Proclamiamo la mobilitazione degli infermieri italiani per combattere contro il grave fenomeno del demansionamento per la settimana che va dal 6 al 10 maggio: l’iniziativa rientra nell’ambito della campagna #noaldemansionamento, lanciata dal sindacato Nursing Up lo scorso 7 marzo, durante l’Assemblea nazionale che si è tenuta a Roma, alla presenza di centinaia di attivisti accorsi da ogni parte d’Italia per denunciare ciò che accade in numerose aziende sanitarie, dove i professionisti della salute sono costretti quotidianamente a fare fronte a una situazione emergenziale dovuta alla grave carenza di organico, con punte di criticità nelle Regioni sottoposte ai piani di rientro. Ricordiamo che il personale del Ssn è già ridotto ai minimi termini per il blocco decennale del turnover e si prospettano ulteriori emorragie in vista dei prepensionamenti previsti con “quota 100”.
“Il demansionamento degli infermieri scaturisce come conseguenza delle criticità del contesto sanitario, caratterizzato, ora più che mai, dalla disorganizzazione del lavoro, che dipende dalla carenza o assenza di personale ausiliario e da politiche decennali tese a depauperare il servizio pubblico. Tagliare le risorse a esso destinate, lo sappiamo bene, significa comprimere i diritti che fanno capo sia al cittadino, che chiede legittimamente di essere curato, sia al lavoro degli infermieri, costretti a svolgere funzioni improprie. Così gli infermieri, perdendo dignità e valorizzazione, vedono scadere loro malgrado la qualità dell’assistenza”. A spiegarlo è Antonio De Palma, presidente del Nursing Up, presentando la settimana del #noaldemansionamento, iniziativa che rientra nell’ambito dell’omonima campagna di sensibilizzazione.
Per il leader sindacale è giunta l’ora di serrare i ranghi della categoria, che sopporta da lungo tempo condizioni di lavoro inaccettabili, a fronte di un’evoluzione della figura infermieristica dal punto di vista della responsabilità professionale e dell’inquadramento ordinistico (l’albo conta 450mila unità, di cui 270mila in forze alla pubblica amministrazione), ma senza i relativi riconoscimenti a livello di valorizzazione professionale, consentendo uno sfruttamento pericoloso da parte delle aziende.
“Lottiamo tutti insieme, uniti e solidali, contro il demansionamento degli infermieri – afferma De Palma –, per esercitare la professione senza doverla sacrificare per logiche di risparmio che danneggiano l’assistenza ai cittadini. Non basta vincere nelle aule di tribunale: ci vuole un grado maggiore di consapevolezza da parte di ognuno di noi. Ce lo impone il nostro codice deontologico e ce lo chiede in primis la gente che attende mesi in lista d’attesa per accedere a una visita specialistica”.
Conclude il presidente Nursing Up: “Adesso occorre un cambiamento culturale per aiutare gli infermieri a fermare le pericolose ricadute che il fenomeno comporta sulla qualità dell’assistenza ai cittadini. Con questa campagna vogliamo richiamare le aziende sanitarie alle loro responsabilità, informare i professionisti sulla problematica e affrontarla concretamente, acquisendo le denunce di ciò che accade”.
Nell’ambito della campagna #noaldemansionamento sono previste forme di protesta organizzate dalle delegazioni regionali e flashmob che si concentreranno soprattutto nelle due giornate conclusive dell’evento, il 9 e 10 maggio prossimi. Ma non sarà solo un momento di protesta: gli eventi avranno un carattere di inclusività verso la popolazione, proponendo attività di cui i cittadini potranno usufruire, come la misurazione della pressione e infopoint che vedranno gli infermieri espletare alcune procedure di esclusiva competenza professionale infermieristica.
Redazione Nures Times
Lascia un commento