Una mamma che si ‘rifugia’ in una farmacia per allattare, il bimbo che si sente male e… una infermiera che interviene, praticandogli il massaggio cardiaco fino all’arrivo dei soccorsi. Era lì per caso. E il piccolo è salvo.
È la mattina di martedì 26 aprile e a Gubbio c’è il mercato. Una mamma, con in braccio un neonato di poche settimane, si aggira stancamente per le bancarelle. Ha la faccia serena e allo stesso tempo spossata di chi, grazie all’impegnativa gioia che culla tra le braccia, ha dormito veramente poco o nulla; e vaga lenta per gli stand, velata di un radioso torpore, senza quasi avvertire il gran caos che la circonda. Il bimbo inizia a piangere e così la giovane, come d’incanto, da madre istintiva e premurosa, riaccende ogni sua sinapsi in standby, lancia una repentina occhiata al suo orologio da polso e si rende conto che è l’ora della poppata. Di nuovo. Così si guarda intorno alla ricerca di un posto ‘sicuro’ e magari un po’ più riservato di quella sorta di ingorgata autostrada pedonale, brulicante di occhi, dove si trova immersa. Si ricorda che proprio lì, a pochi passi, c’è la farmacia comunale. Perciò si avvia a passo svelto verso il locale, per effettuare un gesto semplice quanto importantissimo, come quello di allattare il proprio piccolo. Entra, saluta le poche persone in attesa ed i farmacisti con un sussurrato ‘buongiorno’ e si apparta in un angolo, per ‘connettersi’ a suo figlio ed effettuare così questa pratica meravigliosa.
La gente in fila nella farmacia, ogni tanto si volta e guarda quasi furtivamente quel vorace e silenzioso spettacolo, con la speranza di non disturbare e di non invadere la privacy dei due; non riuscendo però a distogliere del tutto l’attenzione da loro e a trattenere un abbozzo di sorriso ‘contenuto’, ma tremendamente empatico… uno di quei sorrisi ad occhi lucidi di chi è affascinato, intenerito, illuminato ed emozionato da un gesto tanto naturale quanto miracoloso; uno di quei sorrisi che si provano a trattenere per rispetto e per pudore. Senza successo.
A un certo punto però succede qualcosa… la mamma chiama il bimbo, a ripetizione, sempre più forte. Gli gratta i piedini, come le hanno insegnato prima della dimissione dall’ospedale, ma lui non reagisce… e il suo colorito, dapprima roseo, diventa man mano di un preoccupante violaceo. La giovane inizia ad urlare, a piangere e a chiedere aiuto istericamente. Così una donna, una di quelle che poco prima sorrideva intenerita, si stacca seria dalla fila ed interviene. Si qualifica come infermiera, valuta la situazione e, accorgendosi che il bimbo oltre ad essere incosciente è in arresto cardiorespiratorio, fa immediatamente allertare il 118 ed inizia subito il massaggio cardiaco esterno.
Massaggio che è stato di fondamentale importanza e che ha mantenuto gli organi del bimbo ‘ossigenati’ fino all’arrivo dell’ambulanza, che è così riuscita a rianimarlo. Il neonato è stato poi trasportato all’ospedale di Branca e da qui in elicottero fino all’ospedale Salesi di Ancona. È attualmente ricoverato in reparto di rianimazione pediatrica ed il suo quadro clinico è sufficientemente stabile.
È salvo. Molto probabilmente perché lì in quella farmacia, per caso, era di passaggio una professionista dell’assistenza. Un’infermiera. Che non ha esitato neanche per una frazione di secondo ed è intervenuta, mettendo in gioco il suo ‘saper essere’ ed il suo ‘saper fare’. Riuscendo a fare la differenza, ancora una volta (VEDI), tra la vita e la morte.
Fonti: Corriere dell’Umbria, Perugia Today
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