Negli Stati Uniti sarebbe abitudine escludere le persone con disabilità intellettiva o psichica dalle liste d’attesa per i trapianti di organi.
Trenta parlamentari americani hanno indirizzato una lettera aperta al presidente Barack Obama per porre fine a questa pratica discriminatoria.
Occorre precisare che, negli Stati Uniti, non sia ancora entrata in vigore la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
La sconcertante notizia riportata da “West – Welfare Società Territorio” ha fatto molto discutere:
“La ratio è tanto semplice quanto inaccettabile – si legge in “West”, a firma di Ivano Abbadessa – visto che la vita di pazienti autistici, Down o schizofrenici vale meno, meglio dare la precedenza ai chi non ha un handicap”.
“A denunciare questa odiosa e assai diffusa prassi – prosegue la nota – uno schieramento trasversale di 30 parlamentari americani che con una lettera aperta hanno chiesto al presidente Obama di intervenire in prima persona invitandolo a firmare una circolare che intimi alle cliniche d’Oltreoceano di non continuare a negare il sacrosanto diritto a un’operazione salva-vita a determinate categorie di pazienti solo perché hanno una disabilità”.
Ciò che viene subito in mente è il comma (f) dell’articolo 25 (Salute) della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ove si sancisce che gli Stati debbano “prevenire il rifiuto discriminatorio di assistenza medica o di prestazione di cure e servizi sanitari in ragione della disabilità”. Convenzione che per altro – vale la pena ricordare – gli Stati Uniti hanno sottoscritto nel 2009, ma non ancora ratificato.
La redazione di Nurse Times ha rivolto alcune domande in merito a questa vicenda al dott. Giovanni Tommasini, educatore con 25 anni di esperienza nel campo delle disabilità intellettive e relazionali.
Benvenuto dott. Tommasini, vuole rilasciare una sua opinione in merito alla consolidata abitudine di escludere dalle liste operatorie per trapianti di organo pazienti autistici, affetti da sindrome di Down o da altre disabilità psichiche?
Purtroppo viviamo in un mondo fondato secondo una cultura fatta di classifiche e classificazioni. Sino a che non si considereranno i disabili intellettivi e psichici come PERSONE a prescindere dalle diversità che li distinguono dai “normodotati” che li hanno classificati, sempre più si potranno verificare discriminazioni a cascata quale questa vergognosa vicenda del trapianto riservato a chi disabile non è stato ancora giudicato.
La vita e la salute di una persona disabile valgono forse meno di quelle di una persona considerata “normale” dalla società?
Valgono meno i disabili in una società prestazionale che insegni solo a prepararsi ad un futuro lavorativo, prescindendo un insegnamento, una formazione e una cultura generale nel campo relazionale.
Ritiene corretto mettere sullo stesso piano un disabile intellettivo grave che, di fatto, non è consapevole del mondo che lo circondi, con un ricercatore o uno specialista medico che potrebbe salvare molte altre vite umane ricevendo quel medesimo organo?
Non è corretto non inserire nelle liste di attesa una persona solo per la propria disabilità. Il diritto alla salute è sacrosanto per tutti ed è tutelato attraverso leggi costituzionali in tutti i paesi civili e democratici di questo mondo.
La classificazione sulle capacità prestazionali in merito alla scelta su chi abbia diritto ad un trapianto e chi sia meglio mettere da parte non è un argomento sostenibile.
In un contesto nel quale sono disponibili risorse limitate per quale motivo bisognerebbe privilegiare una persona disabile ad una persona “normale” o viceversa?
E’ necessario rispettare le persone in quanto tali, la collettività e fatta da tutti e in tema di salute tutti hanno lo stesso diritto ad accedere alla cura della persona e essere coinvolti nel concetto di salute pubblica. Stilando una graduatoria di trapianti attesi il disabile eventuale ha diritto di essere in graduatoria come tutti gli altri in qualità di PERSONA. Non è ammissibile nessuna “retrocessione”.
Ringraziamo il dottor Tommasini per la preziosa intervista rilasciata alla nostra redazione. L’argomento trattato appare essere davvero spinoso, seguiremo da vicino l’evolversi di questa delicata situazione.
Simone Gussoni
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