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Napoli, formiche al San Giovanni Bosco: M5S e Cgil difendono gli infermieri sospesi

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Davide contro Golia: cosa c’entra una formica col rischio clinico?
Una veduta esterna dell'ospedale "San Giovanni Bosco" di Napoli, 10 novembre 2018. ANSA/CIRO FUSCO
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Il consigliere regionale Valeria Ciambarino e il sindacato in coro: “I veri responsabili sono altri”.

“È assurda la decisione dell’Asl Napoli 1 di sospendere gli infermieri per la presenza di formiche nei reparti del San Giovanni Bosco. Una decisione che contraddice i risultati di un’ispezione dei dipendenti del Dipartimento di Prevenzione della stessa Azienda sanitaria, dalla quale è emerso che in tutti i luoghi del nosocomio si riscontravano numerosissime soluzioni di continuità, così da consentire il passaggio di formiche. Piuttosto che provvedere con opere strutturali a risolvere il rischio di una nuova invasione di insetti, i veri responsabili dell’igiene e dell’incolumità dei pazienti, ovvero il direttore generale dell’Asl e il direttore sanitario dell’ospedale sono ricorsi a una banale e inutile disinfestazione, a cui sono inevitabilmente seguiti nuovi episodi di presenza di formiche in corsia e sui pazienti”.

Così il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Valeria Ciarambino, commenta la decisione, assunta dall’Asl Napoli 1, di sospendere due infermieri per la vicenda delle formiche all’ospedale San Giovanni Bosco. Per lei si tratta di una decisione profondamente sbagliata: l’unico “torto” degli infermieri è stato quello di sollecitare i propri superiori a prendere provvedimenti per le intollerabili condizioni in cui i sanitari sono costretti a lavorare per garantire le cure ai pazienti.

“Il paradosso – sottolinea ancora Ciarambino – è che i veri responsabili, ovvero direttore generale e direttore sanitario, che avrebbero dovuto essere immediatamente rimossi, da accusati sono diventati accusatori, individuando come capri espiatori infermieri professionisti a cui non spetta neppure il compito di effettuare le pulizie. Una responsabilità che andrebbe fatta risalire fino al governatore De Luca, incapace di spendere oltre due terzi del miliardo e 700 milioni di finanziamenti per l’edilizia sanitaria. Senza dimenticare che il San Giovanni Bosco, come la quasi totalità delle strutture della Asl Napoli 1, andrebbe chiuso perché sprovvisto dei requisiti igienico-strutturali minimi per l’autorizzazione all’esercizio”.

Al fianco dei lavoratori ospedalieri scende in campo anche la Fp Cgil. “La solerte divulgazione della sanzione disposta dall’Azienda sanitaria si inquadra nella strategia di delegittimare il lavoro e i lavoratori, con il precipuo scopo di individuare capri espiatori e assolvere i dirigenti posti ai vertici della filiera organizzativa”. Parola del sindacato, che in una nota esprime solidarietà agli infermieri sospesi dall’Asl Napoli 1.

“Alcuni quotidiani – sostiene Fp Cgil – hanno lanciato l’accusa di una condotta preordinata, di una regia occulta, di un patto tra infermieri e sindacalisti, che hanno ordito un piano di sabotaggio per screditare i vertici aziendali. Niente di più falso. Non è individuando nemici e additandoli al pubblico ludibrio che si possono occultare le responsabilità”. Insomma, il sindacato ritiene che non si debbano fornire “attenuanti” a chi “doveva controllare e non l’ha fatto”, e annuncia che sosterrà “i ricorsi che i lavoratori intenteranno contro la sanzione comminata”. L’organizzazione, infine, contesta la scelta dell’Azienda di divulgare “notizie in maniera strumentale” e auspica un “confronto sereno per affrontare le tante problematiche che attanagliano la sanità”.

Redazione Nurse Times

Fonte: www.ildesk.it

 

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