Sospesi anche 46 infermieri del Policlinico dell’Università Vanvitelli per esercizio abusivo della professione. Conclusa la fase delle indagini preliminari per i 60 dipendenti del Cardarelli accusati di assenteismo.
Ferro chirurgico dimenticato nell’addome di una donna operata il 17 aprile scorso all’ospedale Loreto Mare di Napoli. È successo durante un intervento di isterectomia, l’asportazione dell’utero, reso necessario da un’emorragia che ha però portato a una seconda operazione. A poco meno di tre mesi di distanza si traduce in atti e sanzioni il procedimento disciplinare avviato dalla Asl Napoli 1 nei confronti dell’equipe. Scatta la sospensione dal servizio senza stipendio per C.C., dirigente medico di Ostetricia e ginecologia (provvedimento per tre mesi). Stessa sanzione disciplinare per C.M., ginecologo. Due mesi, invece, per L.M., collaboratore professionale sanitario, e un mese per M.A., infermiere.
Linea dura, dunque, applicata dal commissario straordinario Ciro Verdoliva, che in questo come in altri casi ha richiesto l’intervento della commissione disciplinare. Dall’istruttoria è emersa una falla nel primo dei due interventi a cui è stata sottoposta la paziente. La procedura corretta sembra essere stata utilizzata solo nel secondo intervento riparatore, eseguito per estrarre la cosiddetta “suola di scarpa”, un particolare ferro utilizzato per l’intervento ginecologico, lasciato nell’addome della donna. Oltre ai medici sono stati sanzionati anche gli assistenti, che non avrebbero controllato efficacemente l’utilizzo e la numerazione dei ferri usati.
Considerate mere attestazioni di stima le testimonianze di alcuni altri dirigenti medici del Loreto Mare, sentiti nell’ambito delle verifiche in relazione alla vicenda della paziente, operata per la prima volta il 17 aprile, e poi nuovamente il giorno di Pasqua per rimuovere la placca divaricatoria in seguito a forti dolori all’addome. All’indagine interna è seguita anche una ispezione dei carabinieri del Nas.
La commissione disciplinare della Asl Napoli 1 ha inoltre sospeso (fino a 15 giorni) 46 infermieri e infermieri pediatrici, di cui 11 in servizio al Policlinico dell’Università Vanvitelli. Il motivo è il mancato riscontro dell’iscrizione all’Ordine professionale, istituito a febbraio 2018. Una circostanza che configura, a norma di legge, l’esercizio abusivo della professione. Nello stesso reato incorrono coloro che non risultano iscritti all’Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica, che riunisce anche le professioni sanitarie della prevenzione e riabilitazione.
Come denunciato dal presidente dell’Ordine, Franco Ascolese, sono diverse migliaia le mancate iscrizioni nelle varie province campane e, anche in questo caso, sono in corso controlli incrociati e serrati. Nei prossimi 15 giorni (in cui scatta anche la sospensione degli emolumenti stipendiali) i 46 soggetti in questione dovranno provvedere a regolarizzare la propria posizione, pena il possibile licenziamento.
Intanto si è appena conclusa la fase delle indagini preliminari, con la notifica degli atti ai diretti interessati, per 60 dipendenti dell’ospedale Cardarelli, tra amministrativi e infermieri, accusati di assenteismo. La vicenda è relativa al 2015, prima che venissero adottati i rilevatori di presenza con le impronte digitali.
Redazione Nurse Times
Fonte: Il Mattino
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