La vicenda di un giovane medico accaduta alcuni giorni fa a Napoli non ha avuto la conclusione che lo stesso camice bianco si aspettava. Lo specializzando, ha abbandonato la sala operatoria durante un intervento chirurgico per correre in strada a recuperare alcune sacche di sangue bloccate nel traffico, che sarebbero servite per l’operazione in corso.
La giornata nella quale si è verificato l’episodio era contraddistinta da quella che la protezione civile definisce “allerta rossa”. Il traffico nei viali adiacenti al nosocomio era completamente paralizzato a causa di un temporale in corso. Tra le macchine bloccate vi era anche quella che avrebbe dovuto trasportare gli emoderivati dalla banca del sangue al blocco operatorio.
“In situazioni di eventi meteorologici estremi ci possono essere delle difficoltà, ma non c’è un’emergenza sangue al Policlinico e ci sono dei protocolli, di cui è stato edotto anche il giovane specializzando che ha partecipato all’intervento e che non voglio affatto mortificare”, ha spiegato il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli Anna Iervolino.
Il Policlinico è difatti in grado di affrontare le necessità di sangue durante gli interventi chirurgici programmati e, secondo la dirigenza ospedaliera, non vi sarebbe stata nessuna necessità di compiere quel gesto.
È stato lo stesso medico a diffondere pubblicamente l’azione compiuta sui social networks e alla carta stampata:
“Eravamo in sala operatoria – spiega Di Domenico al Corriere – dalle 7.30 del mattino e nel primo pomeriggio, ad operazione in corso, aspettavamo il sangue per una trasfusione, ma le sacche non arrivavano e non capivamo perché. Mi sono spogliato per andare a prenderle a piedi e quando sono uscito sul viale del Policlinico ho visto una scena apocalittica.
Un unico tappeto di auto ferme. Non si avanzava di un metro. Ho camminato sotto il diluvio in cerca dell’auto con il sangue. Era ovviamente bloccata anch’essa, impossibilitata a percorrere il tragitto dall’edificio della banca del sangue a quello dove era in corso l’operazione. Ho preso le sacche e sono tornato bagnato fradicio in sala operatoria”.
“Stamattina – prosegue Iervolino – ho appurato che il paziente è stato curato e la sua salute non è stata messa a rischio al di la’ dei toni di un giovane che ha espresso così l’entusiasmo per la professione. Ripeto, non voglio mortificarlo ma i protocolli dicono altro, ci sono i percorsi assistenziali e clinici che sono stati ben tutelati. Non c’è un’emergenza sangue e quando ci sono sedute operatorie programmate tutto è previsto fino agli ultimi particolari e quello era un intervento programmato”.
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