Stiamo affrontando il secondo anno di pandemia, eppure il personale del Sistema Sanitario Italiano si trova a dover affrontare sempre gli stessi problemi, come quello dei dispositivi di protezione inadeguati.
Arriva al nostro giornale la denuncia di un infermiere 118 di una Asp in Calabria che, assieme a tantissimi altri operatori sanitari, è costretto a utilizzare mascherine non idonee. “Nonostante i vari atti della protezione civile in merito al ritiro di mascherina facciali ffp2 e ffp3 (protocollo n.163250 siar del 09.04.2021 – Dipartimento protezione civile), continuano a farci utilizzare mascherine ffp2/ffp3 di importazione cinese inadatte” denuncia l’infermiere.
“Siamo allo stremo delle forze, – continua, – sopravviviamo (passatemi il termine), con i pochi dispositivi di protezione individuale a contrasto del Covid-19. Noi, abbiamo più volte segnalato la problematica alla nostra azienda ma senza alcun riscontro“.
L’infermiere, con i suoi colleghi, specifica che è stato chiesto più volte ai responsabili sulla sicurezza che venissero rispettati i criteri di sicurezza:
- MASCHERINA FFP2/FFP3: con conformazione CE (il marchio CE deve essere seguito da un numero di 4 cifre), dove è possibile tracciare l’ente certificatore; il marchio CE è ricavato da due cerchi concentrici e non ravvicinate, in quanto quest’ultime sono provenienti dalla China Expert.
- UNI EN:149:2001+A1:2009.
A un anno dall’inizio della pandemia, problemi di questa sorta, non dovrebbero esistere o essere minimamente tollerati.

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