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Marcello Bozzi (Androposan) sulla correzione del Decreto Manfredi: “Era meglio ritirarlo”

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Decreto Rilancio, Marcello Bozzi (Androposan): "Buona base di partenza, ma qualche dubbio sulla priorità degli interventi"
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Le riflessioni del segretario dell’Associazione nazionale dirigenti professioni sanitarie in merito alla rettifica del provvedimento che sostituiva i docenti infermieri con i medici.

Desidero rappresentare un sentito grazie al ministro Miur per la correzione apportata al Decreto prot. 82 del 14/5/2020, con l’eliminazione del comma 2 dell’art. 1 (Decreto 137 del 29/5/2020). Analoghi ringraziamenti alla presidente Fnopi per l’impegno federativo nel raggiungimento di questo importante risultato. Ma forse sarebbe stato meglio “ritirare” il Decreto 82! La ratio sta nella difficoltà di comprendere come sia possibile aumentare i numeri degli iscritti al CC.LL. in Infermieristica con una contestuale diminuzione dei docenti disciplinari.

Alcuni riferimenti normativi e i “numeri” (fonte Conferenza Corsi di Laurea) possono essere di aiuto per comprendere meglio la complessità della problematica:
– la formazione infermieristica passa dalle Regioni all’Università nel 1990 (DU – L. 341);
– con il DM 509/99 i Diplomi Universitari vengono trasformati in Corsi di Laurea;
– i posti messi a bando per la formazione infermieristica nell’A.A. 2019/2020 sono circa 15.000 (oltre il 60% delle 22 professioni sanitarie), per un totale di circa 50.000 studenti / anno nello specifico Corso di Laurea;
– gli Atenei coinvolti sono 41 e le sedi attivate sono 205;
– l’impegno didattico disciplinare, comprensivo di insegnamento teorico, laboratorio, tirocinio, e altre attività affini e complementari è pari al 77% (per le discipline cliniche è pari al 23%);
– l’implementazione dei docenti per far fronte all’aumentato carico didattico, conseguente al passaggio all’Università della formazione delle professioni sanitarie (circa 80.000 studenti/anno nel triennio, per tutte le professioni sanitarie) è stato pari +2.279 (periodo 1997-2008 – fonte Ufficio Statistico Miur);
– ai SSD MED 45-46-47-48-49-50 afferiscono 433 professori, di cui solo 34 afferenti alla professione infermieristica e 16 alle altre professioni sanitarie. Gli altri 383 non hanno saperi disciplinari, afferiscono ad altre discipline e ricoprono posizioni e ruoli universitari disciplinari.

Il numero degli studenti dell’intero percorso formativo del CL in Infermieristica è quantificato in 46.000 unità e il carico didattico delle discipline caratterizzanti, teoriche e pratiche (77%), aiutano a comprendere l’esigenza di ricoprire le posizioni disciplinari (professori di 1^ e 2^ fascia e ricercatori), con l’assoluta necessità di definire e condividere standard minimi di riferimento, da rendere operativi in ogni Ateneo:
– n. 1 Ordinario Disciplinare MED 45 per ogni Ateneo;
– n. 2 Associati Disciplinari MED 45 per ogni Ateneo;
– n. 1 Ricercatore Disciplinare MED 45 per ogni Sede attivata.

Il peso delle 22 professioni sanitarie, per l’intero percorso formativo di I livello, è quantificato in oltre 76.000 studenti, superiore ai 63.000 studenti iscritti nell’intero percorso del CL in Medicina e Chirurgia, ad ulteriore evidenza della necessità di ripensare i SSD ed i curricola formativi richiesti per l’accesso, senza possibilità di interpretazioni “di parte”.

La rimozione del comma 2 dell’art. 1 del Decreto 82 è solo la correzione di una disattenzione o di un refuso (è preferibile dare questa chiave di lettura). Per il riconoscimento e la valorizzazione vera della professione sarebbe stato meglio ritirare il Decreto 82 e chiamare i Professori Disciplinari di I^ e II^ fascia ed i Ricercatori già resi idonei in procedure concorsuali completate.

Una proposta potrebbe essere quella di prevedere un “periodo finestra”, in analogia con la soluzione applicativa della l. 341/90 che aveva previsto 6 anni (1990/1996) per l’attivazione dei DU in tutte le Regioni. Nel caso in questione il “periodo finestra” potrebbe essere stabilito per l’adeguamento dei Docenti Disciplinari in tutti gli Atenei.

Molto interessante l’idea di un tavolo di confronto (tecnico?) tra Miur e ministero della Salute (potrebbe essere utile anche la presenza delle Regioni) per affrontare le problematiche della formazione delle professioni sanitarie che devono svilupparsi di pari passo con necessità di riorganizzazione del Sistema sanitario nazionale (strutture ospedaliere, strutture e servizi territoriali, strutture residenziali), sia per le ripercussioni pesantissime nella determinazioni conseguenti alle nuove necessità, sia per il ripensamento dei modelli organizzativi, dei ruoli e delle responsabilità, in applicazione di norme vecchie di oltre 20 anni!

Vale anche la pena di ricordare che, ad oggi, la formazione delle professioni sanitarie si realizza con un finanziamento che ricade principalmente sulle famiglie (che pagano le tasse universitarie) e sulle Regioni che finanziano gli oltre 1.000 professionisti del Ssn coinvolti a tempo pieno nelle attività formative dei CC.LL. di I livello. E’ giunto il momento di fare chiarezza! Androposan comunica la piena disponibilità alle forme di collaborazione eventualmente richieste.

Redazione Nurse Times

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