Il taglio cesareo, assai difficoltoso per le condizioni fisiche della paziente, è stato effettuato all’ospedale Carlo Poma. Mamma e piccola sono in condizioni stabili
Ebbe un arresto cardiaco tre mesi or sono; da cui uscì viva, ma che le causò una grave forma di encefalopatia post anossica. Un quadro che, da allora, l’ha ridotta in coma. Ma la particolarità di questa triste storia, che arriva da Mantova, sta nel fatto che la 33enne protagonista aspettava un bambino.
Fortunatamente, le cure intensive cui è stata sottoposta a seguito di ciò che le è successo sono riuscite ad accompagnarla alla 31esima settimana di gestazione, l’età giusta per poter effettuare un taglio cesareo e far venire così il suo piccolo al mondo.
Anzi, la sua piccola… Perché trattasi di una femminuccia: dall’ospedale Carlo Poma, come riportato da Adnkronos, fanno infatti sapere che è nata una bimba e che le sue condizioni sono stabili. E che trenta professionisti fra medici, infermieri e tecnici, si sono impegnati per rendere possibile questo parto eccezionale.
Queste le parole della Direzione Strategica del Poma: “Si è reso necessario il ricorso al taglio cesareo, praticato in anticipo rispetto al termine di gravidanza per complicanze ostetriche. La giovane madre proviene dalla Riabilitazione specialistica di Pieve di Coriano, dove aveva intrapreso un percorso riabilitativo per la sua patologia. La gravità del caso aveva richiesto una gestione in emergenza nelle strutture di Terapia intensiva anestesia e rianimazione di Mantova e Pieve di Coriano”.
“L’intervento è risultato particolarmente difficoltoso anche a causa della posizione della donna la sua malattia determina infatti una contrazione degli arti ed è stato eseguito in anestesia loco regionale (spino epidurale) per salvaguardare la salute della mamma e della piccola”.
“La neonata è ricoverata nella struttura di Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale di Mantova e presenta un peso adeguato per la sua età gestazionale, è assistita dal punto di vista respiratorio ed è in condizioni stabili relativamente alla sua prematurità. Per la complessità e delicatezza del caso è stata creata una equipe multidisciplinare che ha visto, sotto la supervisione della direzione sanitaria, la collaborazione degli specialisti di ostetricia e ginecologia, Terapia intensiva neonatale, riabilitazione, nutrizione clinica, terapia intensiva anestesia e rianimazione, fisiatria, otorinolaringoiatria, cardiologia”.
La neo mamma, purtroppo ancora inconsapevole di esserlo diventata, è ora ricoverata nell’Unità di terapia intensiva coronarica per il monitoraggio post parto. Le sue condizioni sono comunque stabili e nei prossimi giorni riprenderà il suo percorso di cura e di riabilitazione.
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