“ACCORPARE LE ASL E’ INUTILE SE PRIMA NON SI TAGLIANO I VERI SPRECHI”
Da un’analisi elaborata dal gruppo consiliare del M5S regione Lazio sulla sanità, emerge un quadro inquietante. Il rapporto denominato “Analisi Accorpamenti Asl Lazio” avrebbero dovuto puntare a risparmiare ed ottimizzare le risorse, ma…
Dalle prime indiscrezioni pervenute a questa Redazione pare che nelle ASL Roma n.1 e 2, i Direttori Generali si siano visti rifiutare l’atto aziendale dalla Regione Lazio, grazie al rapporto presentato dal M5S:
“Saltano le due commissioni sanita’ previste per oggi: mancanza di trasparenza nel processo di scrittura degli atti aziendali delle ASL RM1 e RM2.
Mancano documenti, mancano informazioni, manca qualsiasi risultato di questi accorpamenti avviati gia’ 9 mesi fa (del quale il M5S aveva denunciato l’approssimazione e l’inutilità).
Abbiamo presentato ufficialmente in commissione la nostra analisi sull’inattendibilita’ del sistema di valutazione dei direttori generali, un sistema utile solo a garantire ampia discrezionalita’ e valutazioni taroccate (basate su indicatori fasulli) per promuovere i direttori piu’ accondiscendenti con Zingaretti e cacciare quelli che osano criticare le sue decisioni (Mastrobuono).
Di tutto questo naturalmente non ne raccontera’ nulla ne’ l’ufficio stampa del consiglio regionale, e ne’ i mass media regionali”.
Dal dicumento prodotto dal gruppo consiliare del M5S regione Lazio emerge quanto segue:
“Il Presidente della Regione Lazio, con prot. n. 236119 del 18 aprile 2014, ha chiesto alla Provincia di Roma, ai sensi di quanto previsto dal citato articolo 5 della legge regionale n. 18/94, di voler esprimere parere in ordine alla modificazione degli ambiti territoriali delle Aziende Sanitarie al fine di adeguare gli stessi alla nuova articolazione dei municipi di Roma Capitale; Il Commissario Straordinario della Provincia di Roma, con prot. n. 60663 del 12 maggio 2014, ha dato riscontro a quanto richiesto rimettendo di “Ridisegnare la mappa delle Aziende Sanitarie di Roma Capitale con una corrispondenza territoriale univoca tra Municipi ed Azienda Sanitaria di riferimento concorrerebbe alla semplificazione amministrativa e alla conseguente facilitazione nella fruizione dei servizi”.
Il 6 agosto 2014 con il DCA U00259, contenente il Nuovo Atto di Indirizzo per la redazione degli Atti Aziendali, ha previsto:
1) al punto 1.7 che “Al fine di adeguare il territorio delle Aziende alla nuova articolazione dei Municipi di Roma Capitale, si rende necessario rivedere gli ambiti territoriali delle Aziende che insistono sul territorio del Comune di Roma. Il relativo procedimento si svolgerà secondo la normativa vigente. Nelle more della conclusione di tale procedimento, le Aziende sono invitate ad individuare negli Atti Aziendali adeguati meccanismi interaziendali di coordinamento, secondo quanto meglio precisato nella parte dedicata specificatamente nei Distretti”;
2) al punto 5.10.3, lettera A. (“Distretti che insistono sul territorio di Roma Capitale”), tra l’altro, che: “In conformità a quanto previsto dal nuovo Statuto di Roma Capitale (cfr paragrafo 6, Capitolo I), gli ambiti territoriali dei distretti ASL RM/A, RM/B, RM/C, RM/E, verranno adeguati in ragione degli accorpamenti dei Municipi di Roma Capitale, ed il loro numero, conseguentemente, sarà ridotto dagli attuali 19 a 15.
a. Nelle more dell’emanazione di specifici provvedimenti relativi alla ridefinizione degli ambiti territoriali dei distretti in coerenza con il nuovo assetto dei Municipi di Roma Capitale, le Aziende dovranno individuare adeguati meccanismi di integrazione e coordinamento interdistrettuale con specifico riferimento alle aree interessate dalla ridefinizione dei confini aziendali in conseguenza dello Statuto di Roma Capitale (omissis);
Nessuno degli atti in premessa fa riferimento o quantifica le misure di risparmio derivanti dall’accorpamento.
L’unico riferimento è la modifica dei Municipi. Orbene gestibile tramite la modifica dei distretti interaziendali, appunto richiesta nella redazione degli atti aziendali, quindi modificando i territori di riferimento delle Aziende senza dover incorrere nella modifica delle Aziende stesse.
La mancata qualificazione dei risparmi ottenibili deriva principalmente dalla mancanza della capacità di controllo delle grandezze economiche ora gestite dalle Aziende.
Questa è la principale obiezione all’accorpamento. Ovvero le attuali aziende del Lazio non hanno ancora digerito la capacità di gestione e controllo dei propri territori, i Distretti hanno pochissimi strumenti, capacità direzionali in termini di risorse qualitativamente e quantitativamente disponibili, quindi poco controllo e potere di esercizio sulle risorse ed attività che dovrebbero sovraintendere, tanto da definire impensabile affidare all’attuale sistema di organizzazione aziendale territori ancora più vasti. Passando la metafora, è come cercare di condurre un transatlantico con i remi.
I costi generali di struttura, di servizi di mantenimento, di servizi beni sanitari e non sanitari, e del personale, hanno un andamento che, contrariamente alle finalità della spending review iniziata nel 2007, denotano un aumento complessivo e progressivo della spesa.
L’Aumento generalizzato per tutto il Lazio, ha delle diversificazioni nelle differenti aziende sanitarie. In totale si passa infatti dai 4,7 miliardi di euro del 2006 a 4,8 del 2014, con delle punte negli anni di boom della spending review (2011 in cui la spesa sale ad oltre 5 mld) malgrado il pregressivo e inarrestabile decremento delle degenze”.
Infermiera Indignata
Fonte
www.lazio5stelle.it
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