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Lombardia. Volontariato e Ipasvi insieme per un nuovo servizio di consulenza per la terza età

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Si chiama “Ascolto e accompagnamento” il progetto promosso da Auser Lombardia, Associazione Amici della Casa della carità e dal Collegio Ipasvi di Milano, Lodi e Monza – Brianza. Riguarda la Zona 2 di Milano e il Comune di Sesto San Giovanni. Previsti un servizio di consulenza telefonica e un percorso di formazione diffusa.

Un intervento a sostegno delle fragilità della terza età progettato e realizzato da Auser Lombardia, Associazione Amici della Casa della carità e dal Collegio Ipasvi di Milano, Lodi e Monza – Brianza. Si tratta di “Ascolto e Accompagnamento  –  sostegno delle reti di aiuto rivolte alle persone anziane e fragili”, progetto sostenuto dalla direzione generale ‘Famiglia, Solidarietà Sociale e Volontariato’ della Regione Lombardia e dalla ASL di Milano.

A presentare l’intervento i tre presidenti delle realtà promotrici: Lella Brambilla, per Auser Lombardia, Maria Grazia Guida, per l’Associazione Amici della Casa della carità, e Giovanni Muttillo, per il collegio Ipasvi di Mi – Lo – Mb. Accanto a loro il nutrizionista Alfredo Vanotti docente presso l’Università degli studi Milano – Bicocca e la Libera università L.U.de.S di Lugano. La Asl Milano, tramite Rosa Romano, responsabile del progetto, ha voluto inviare il proprio apprezzamento per le specifiche attenzioni che il progetto dedica agli anziani.

Ascolto e accompagnamento’ è un servizio di consulenza telefonica e un percorso di formazione diffusa sul territorio per contrastare le fragilità della terza età: fragilità nutrizionale, truffe e raggiri, maltrattamenti e dipendenza dal gioco d’azzardo. Il progetto ha preso ufficialmente il via venerdì 2 maggio mentre martedì 13 maggio si è tenuto il primo incontro di formazione per i volontari che porteranno il progetto sui territori coinvolti dall’intervento: la Zona 2 di Milano e il comune di Sesto san Giovanni.

Il counselling telefonico sarà gestito dai volontari appositamente formati e permetterà un dialogo continuo e aperto con gli anziani e i caregiver per risolvere dubbi e incertezze e favorire l’incontro diretto con le situazioni di criticità da indirizzare, quando necessario, verso le apposite e appropriate strutture di cura. Dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 12.30, i volontari risponderanno ai numeri 02.26.22.68.66 (sede di Sesto san Giovanni, via Maestri del lavoro c/o spazio Arte) e 02.84.14.46.13 (Milano Zona 2, Via Meucci 1, Associazione Amici Casa della carità). 

Sul tema della fragilità nutrizionale è poi previsto un particolare investimento sulla formazione con cicli di conferenze e di incontri diffusi sul territorio per promuovere consapevolezza sui temi della nutrizione e offrire strategie di recupero della corretta alimentazione. Anche questa attività sarà rivolta agli anziani e ai loro caregiver.

Considerato che nell’area metropolitana oltre il 30% della popolazione è rappresentato da persone anziane e che il 38% è impropriamente ricoverato in strutture per acuti Giovanni Muttillo, presidente del Collegio Ipasvi Mi-Lo-Mb, evidenzia “la necessità di una nuova presa in carico globale della persona anziana, fragile e non autosufficiente. In questa sperimentazione come modello a rete, l’infermiere ha un ruolo strategico per la famiglia e la comunità, che orienta e facilita l’accesso ai servizi con il monitoraggio del loro stato di salute e di benessere. La nostra è una sfida culturale per intercettare quei bisogni invisibili ma emergenti, e si propone di promuovere una risposta territoriale e di cura e assistenza patient centred integrata e sinergica, che vede sempre più anziani con evidenti caratteristiche di fargilità, comorbilità cronica in polifarmacoterapia con frequenti difficoltà nella gestione dei dosaggi, tali da rendere necessari ulteriori ricoveri”.

Il professor Vanotti ha approfondito la prospettiva dell’intervento formativo in ambito nutrizionale: “La malnutrizione – spiega – è patologia, ma prima di questa c’è uno squilibrio che definiamo fragilità. Si mangia meno o si consuma di più del necessario. Non si vede questa fragilità, non la si coglie finché non diventa malnutrizione. Io voglio rovesciare la prospettiva assistenziale, formare i caregiver per anticipare la cronicizzazione, lavorare sulle reti di prossimità perché possano cogliere gli squilibri prima che diventino patologie”.

Le nostre realtà – spiega Lella Brambilla, presidente di Auser Lombardia – hanno scelto di mettersi in rete per affrontare i bisogni emergenti, individuati con l’esperienza sul territorio. Partiamo dalla fragilità nutrizionale, problema serio, poco indagato e largamente diffuso. Pensiamo alla moltitudine di anziani che cena a latte e biscotti o addirittura salta il pasto. I più poveri e soli risparmiano dove possono, sempre più spesso sul cibo che perde il suo valore sociale e conviviale, diventa pensiero superfluo e inutile. Poi è qui che incrociano altre fragilità: per esempio, il risparmio sulla spesa alimentare è reinvestito sul gioco d’azzardo”.

Gioco d’azzardo – continua Maria Grazia Guida, presidente dell’Associazione Amici della Casa della caritàche spesso diventa l’unico momento aggregativo per queste persone. La delibera n.555 del 28/4/2014, con cui la regione assegna il suo contributo a questo progetto riprende in oggetto il termine ‘fragilità’. È un grosso riconoscimento per la cultura promossa delle associazioni di volontariato con la loro attività. Nel nostro incontro quotidiano con gli anziani abbiamo capito che l’intervento in loro sostegno andava ampliato conciliando l’ascolto con la costruzione di una rete sociale di prossimità. Con il nostro progetto, vogliamo ripartire dalla costruzione di reti di comunità e territoriali per evitare che, partendo dalla fragilità si determinino nell’anziano emergenze di livello superiore che portino all’isolamento o all’ospedalizzazione”

Tratto da www.quotidianosanità.it

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