Il provvedimento del direttore generale dell’Asst è motivato dal nuovo regolamento interno sull’uso dei social. Ma la decisione fa dsicutere.
Il video di un balletto registrato mentre era in corsia, con addosso la divisa da lavoro sebbene fuori servizio, potrebbe costare molto caro a un’operatrice sanitaria dell’ospedale Maggiore di Lodi. I pochi passi di danza con un bambolotto pubblicati su TikTok non sono infatti piaciuti a Salvatore Gioia, direttore generale dell’Asst Lodi, che dapprima ha fatto rimuovere il video dai social, quindi ha disposto il trasferimento dell’operatrice dal suo reparto in un altro ospedale del Lodigiano. Evitato, almeno per ora, il consiglio di disciplina.
Una decisione, quella del dg, dovuta al nuovo regolamento sui social media sottoscritto dall’Azienda ospedaliera. Un documento, in vigore da marzo 2021, che riguarda l’utilizzo dei canali social privati degli oltre 2mila dipendenti, informando tra l’altro i medici, gli infermieri e gli oss che “per mantenere gli standard e i confini professionali è opportuno non accettare richieste di amicizia sui social da parte dei pazienti”.
“Precisiamo che la vicenda raccontata non ha determinato provvedimenti da parte del direttore generale e che non risultano circostanze che possano avere dato avvio a procedimenti disciplinari – si legge in una nota diffusa dall’Asst -. Al personale dell’azienda sono state ribadite le policy aziendali in tema di comunicazione e utilizzo dei social media, come da regolamento in vigore dal 1° marzo 2021”.
Una stretta sulla privacy che non trova d’accordo i sindacati. Specialmente Confsal Lodi, che ha chiesto al Garante della privacy di valutare il nuovo regolamento sui social media dell’Azienda. “Non giudico il caso specifico dell’operatrice sanitaria perché non conosco il video, ma chiederò chiarimenti all’Azienda – dichiara il segretario provinciale Stefano Lazzarini -. Fin da quando è entrato in vigore il documento abbiamo chiesto un intervento del Garante, perchè non riteniamo idoneo questo regolamento. Secondo noi, ci sono punti che vanno ben oltre il semplice impiego di un dipendente. L’Azienda impone troppe limitazioni, anche nella sfera privata, che non hanno nulla a che vedere col lavoro svolto ogni giorno in corsia”.
Redazione Nurse Times
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