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L’o.d.m. di Bologna sospende il Direttore Sanitario, accusato di “collaborazionismo” con gli infermieri

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Dopo mesi di polemiche relative all’utilizzo dei soli infermieri a bordo della ambulanza, lo scontro diventa ancora più duro

Angelo Fioritti, direttore sanitario dell’Ausl (una delle aziende più grandi d’Italia) sospeso dell’Ordine dei Medici di Bologna per 6 mesi

Le motivazioni del provvedimento non sono ancora disponibili ma, secondo la commissione medica che lo avrebbe giudicato, avrebbe “tradito” la professione.

I protocolli approvati dall’Ausl che consentono agli infermieri specializzati di agire autonomamente a bordo delle ambulanze sarebbero la pietra dello scandalo.

Per il momento sono stati sanzionati nove professionisti del 118 e dell’Ausl: da Giovanni Gordini, direttore del dipartimento emergenza, a Cosimo Picoco, responsabile del 118, e Nicola Binetti, direttore del pronto soccorso.

L’Ausl ribadisce attraverso una nota interna “massima fiducia e stima” verso Fioritti. Marco Baldo (Fp-Cgil) e Sergio Boschi (Cgil medici) hanno definito “oscurantista” la decisione dell’Ordine.

Come infermiere del 118 non capisco la volontà di voler distruggere un sistema all’avanguardia dove i professionisti lavorano fianco a fianco per aiutare le persone“, spiega Andrea Finelli.

Il presidente dell’ordine dei medici, Giancarlo Pizza, non si scompone eccessivamente:

Gli infermieri non posso compiere atti medici, come fare diagnosi e somministrare farmaci. Questo non lo dico io, ma la legge e la deontologia. E il triage del 118, dove dovrebbe esserci un medico e invece c’è un infermiere, è illegale“.

Questa Redazione porta la propria solidarietà al dott. Fioritti, un gesto, quello dell’ordine di Bologna incomprensibile ed isolato…seguiremo con grande interesse l’evoluzione di questo ennesimo triste capitolo di una storia che sembra diventata un accanimento personale, che vede protagonista il presidente dell’ordine e la sua stessa comunità professionale!

LA CULTURA NON SI EREDITA, SI CONQUISTA.

cit. ANDRÉ MALRAUX

Simone Gussoni

Fonti: Repubblica

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