Il sindacato infermieristico denuncia il superamento del tetto massimo (sette mensili per ogni lavoratore) previsto dal nuovo Ccnl e chiede l’intervento della Regione.
Nursing Up denuncia una situazione allarmante concernente le aziende sanitarie liguri, che rischiano imminenti cause milionarie per i sistematici superamenti del tetto delle pronte disponibilità nelle turnazioni di molti reparti e specialità: turni di 12 ore che vedono infermieri e altri professionisti sanitari in “preallarme”, pronti a intervenire per specifiche necessità.
“La Regione deve intervenire subito per risolvere il problema, tutelando la salute degli operatori – fanno sapere dal sindacato infermieristico -. Da febbraio potrebbero iniziare le azioni legali”. E la situazione legale che si prospetta all’orizzonte sarebbe “una vera bomba a orologeria per i già risicati bilanci delle Asl della Liguria”.
“Fino a oggi – spiega Enrico Boccone, responsabile di Nursing Up Liguria – in molte aziende della Liguria, agli operatori vengono fatti fare dieci o anche più di quindici turni di pronta disponibilità per ogni mese. Ciò accade a causa dell’estrema carenza di personale che esiste nella nostra regione, con infermieri e professionisti della sanità insufficienti a coprire le varie necessità di ogni unità operativa”.
Dal 1° gennaio, per giunta, è entrato in vigore il nuovo Contratto nazionale di lavoro, che impone di non superare un massimo di sette pronte disponibilità al mese per ogni soggetto. Un limite che espone le aziende sanitarie alla possibilità per gli infermieri di chiedere l’intervento dell’Ispettorato del lavoro e di proporre un’azione legale risarcitoria, col rischio di un volume di ricorsi e di una conseguente esposizione economica pari a svariate centinaia di migliaia di euro.
“A oggi – conferma Boccone – parrebbe che nessuna Asl ligure abbia messo in atto una riorganizzazione dei turni per rientrare nei nuovi parametri delle pronte disponibilità. La gravità della situazione è evidente: se non si interviene immediatamente, nel giro di un mese potrebbero partire centinaia di segnalazioni all’Ispettorato del lavoro con le conseguenti richieste di risarcimento, sacrosante, per il superamento dei limiti imposti dal nuovo Contratto”.
E ancora: “La riorganizzazione delle pronte disponibilità non va interpretata solo come un’azione di salvaguardia per la gestione economica delle aziende, ma ha la sua cruciale importanza nella tutela della salute dell’operatore, che va protetto da fenomeni come burnout ed estrema stanchezza. Criticità che possono sfociare anche in serie patologie. Non dimenticando che tutto ciò può avere pesanti riflessi sulla qualità della prestazione erogata ai pazienti. Noi vogliamo che la sicurezza per i nostri lavoratori venga prima di tutto. Infatti bisogna puntare sulla qualità, e non sulla quantità del lavoro offerto. A oggi, dalle prime notizie che abbiamo avuto, parrebbe che nessuna azienda sanitaria ligure abbia dato segnali di aver compreso l’importanza della situazione”.
Conclude il sindacalista: “La Regione deve trovare una soluzione immediata a questo problema per tutte le Asl liguri. A tal proposito è partita una diffida indirizzata a tutte le Asl e ospedali liguri e all’assessore alla Sanità, in cui si chiede il rispetto del dettame contrattuale, evitando di articolare turni di pronta disponibilità non conformi a quanto esplicitato da Ccnl”.
Redazione Nurse Times
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