La procedura non è stata necessaria, ma le convinzioni religiose della coppia rischiavano di bloccare un intervento chirurgico necessario per salvare la vita alla piccola.
Non violare i principi della propria religione, anche a costo di sacrificare la vita della propria figlia. Opporsi a una trasfusione, anche dopo che i medici hanno spiegato ai genitori che solo con quell’intervento la bimba si sarebbe salvata. Quando, nella notte tra lunedì e martedì scorso, la coppia di testimoni di Geova si trova di fronte i medici dell’ospedale di Legnano che tentano di ottenere da loro, italiani di 33 e 37 anni residenti nel Varesotto, l’assenso alla trasfusione di sangue per salvare la paziente di 10 mesi, il loro no è irremovibile.
La bimba è caduta in casa poche ore prima, sbattendo la testa sul pavimento. E, dopo essere stata trasferita dal Pronto soccorso di Gallarate all’ospedale di Legnano, le viene diagnosticata un’emorragia al cervello. “Commozione cerebrale aggravata da un coagulo di sangue”, è la diagnosi dei medici. È già in sala operatoria, ma non si può agire senza il nullaosta della famiglia. Che non arriverà mai: la coppia spiega che la loro religione non ammette trasfusioni. I sanitari ribadiscono che non c’è tempo, che bisogna procedere subito con l’intervento e che potrebbe essere necessaria la trasfusione di sangue.
È così che la direzione sanitaria fa scattare il protocollo previsto in questi casi: chiede l’intervento dei carabinieri di Legnano, che appena giunti in ospedale decidono di avvisare la Procura dei minorenni di Milano. Parte da qui, in pochi minuti, la sospensione della potestà genitoriale, che permette ai medici di sbloccare la situazione. “Della trasfusione, in realtà, non c’è poi bisogno – ha chiarito l’Azienda sanitaria territoriale Ovest-Milanese -, perché i livelli ematologici della piccola paziente si stabilizzano autonomamente. Ma senza quel nullaosta, arrivato dalla Procura in sostituzione della famiglia, l’operazione chirurgica non sarebbe potuta nemmeno partire.
La Congregazione dei testimoni di Geova minimizza l’episodio. “Dai riscontri effettuati con i medici dell’ospedale di Legnano – scrivono in una nota – è emerso che la bambina non è mai stata in pericolo di vita. L’intervento si è concluso con successo, senza praticare nessuna trasfusione di sangue. A quanto ci risulta, la Procura non ha ordinato la trasfusione, né è stato comunicato alcun provvedimento per limitare la responsabilità genitoriale”. La procura dei minori, però, ha confermato l’emissione del provvedimento.
Redazione Nurse Times
Fonte: la Repubblica
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