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Lecce, giovane disabile non può andare a scuola perché manca l’oss: la denuncia del padre

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Lecce, giovane disabile non può andare a scuola perché manca l'oss: la denuncia del padre
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Piero, papà del quasi 17enne Lorenzo, chiama in causa il governatore pugliese Michele Emiliano, chiedendo “una legge regionale che disciplini in maniera chiara chi deve fare cosa tra Asl, Ambito Sociale, Province, ecc.”.

“Niente da fare. Non c’è l’oss e non possono sostituirela. Mio figlio non va a scuola (dell’obbligo). Inutile capire le responsabilità tra i palleggiamenti burocratici. Non posso permettermi di mandare un tetraplegico, che necessita non solo dell’igiene personale, ma anche di essere aiutato a fare merenda da personale che sappia gestire la disfagia, o non avere nessuno che somministri eventuale farmaco salvavita per un’epilessia. E voi mi parlate di inclusione. Mancano proprio le basi di una convivenza civile”.

Questo lo sfogo postato su Facebook da Piero, che ha dovuto prendere alcuni giorni di ferie per stare con suo figlio Lorenzo, quasi 17enne. A casa, visto che non può certo mandarlo a scuola da solo. Con grande dispiacere della stessa scuola, la media “Ascanio Grandi” di Lecce, dove il ragazzo deve essere seguito appunto da un oss. Che però, di tanto in tanto, viene meno, perché, come spiega Piero ai microfoni di Telerama, “ha diritto alle ferie o alla malattia, e quando esercita tale diritto non c’è nessun sostituto”.

E questa è una situazione che non riguarda solo Lorenzo, “bensì – spiega ancora il padre – tutti i disabili gravi in Puglia, e questa è una cosa gravissinma”. Di chi sono le responsabilità? Piero dà la colpa al groviglio burocratico e alla mancanza di una disciplina specifica. Per questo ha chiamato direttamente in casa il governatore pugliese Michele Emiliano, taggandolo a margine del suo post su Facebook e scrivendo: “Ci vuole una legge regionale che disciplini in maniera chiara chi deve fare cosa tra Asl, Ambito Sociale, Province, ecc.”. E intanto “Lorenzo perde la sua continuità con i compagni e con gli insegnanti, che gli vogliono tanto bene, e perde anche il suo percorso di inclusione scolastica e di diritto all’istruzione”.

Redazione Nurse Times

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