La carenza di iscrizioni a corsi di laurea di Infermieristica e la fuga degli Infermieri verso più appetibili mete sta mettendo in seria crisi il SSN.
Le proposte per rendere più appetibile la professione e per arginare l’esodo verso altri paesi Europei ormai si sprecano.
Non poteva passare inosservata la proposta della FNOPI: “contro la carenza servono le specializzazioni”.
Certamente le specializzazioni devono essere considerate il futuro dell’Infermieristica.
Ho sempre sostenuto che gli Infermieri debbano uscire già dalle Università e assunti dalle Aziende come specialisti.
Del resto così già avviene per i medici e non si capisce perché non possa e soprattutto non debba avvenire la stessa cosa per gli Infermieri.
Questo però non può prescindere da una profonda revisione, sia dei percorsi formativi che delle retribuzioni oltrechè di un congruo inquadramento contrattuale.
Altresì non si può prescindere dall’immediata rimozione dell’odioso vincolo di esclusività attraverso la modifica di norme che io definisco discriminatorie, vetuste, immorali e classiste perchè tarpano le ali ad ogni forma di crescita Professionale e di conseguenza anche economica.
Non sarebbe infatti accettabile che gli Infermieri specialisti continuino a percepire uno stipendio di poco più di 1500€ come non sarebbe accettabile adibire gli specializzandi a rifare i letti e a pulire le scialitiche, perché si tratterebbe di ulteriore sfruttamento.
Gli infermieri vogliono essere sfruttati, ma non in questo senso!
Gli Infermieri vogliono che vengano sfruttate le loro potenzialità, vogliono in altre parole uno sfruttamento positivo, cioè capace di far crescere la loro professionalità.
Le specializzazioni in questo senso rappresentano un percorso auspicabile ma…
Sine pecunia ne cantantur missae.
Matteo Incaviglia, Infermieristica Legale
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