Come sospettavano l’evento di venerdì 23 giugno del movimento #noisiamopronti organizzato con l’Ipasvi di Napoli non era aperto alla stampa, ma solo quella sgradita come Nurse Times
NAPOLI – Le bugie hanno le gambe corte, ammonisce il vecchio saggio. Così la bugia raccontata dalla segretaria dal Collegio Ipasvi di Napoli non ha fatto molta strada. Anzi è stata scoperta in meno di 24 ore (e non avevano dubbi di questo). L’Ipasvi di Napoli (che è bene ricordare non ha gradito l’articolo del nostro giornale sul presidente Ciro Carbone in merito alla questione delle formiche sulla paziente ricoverata all’ospedale San Paolo) ci aveva assicurato (ma sapevamo che era una bugia bianca) che l’incontro di venerdì 23 giugno del movimento #noisiamopronti, non era aperto alla stampa.
Abbiamo fatto finta di crederci, tant’è che abbiamo preferito non seguire l’evento. Abbiamo anche voluto credere (ma sapevano che era una bugia) che l’Ipasvi di Napoli non c’entrasse nulla con quella manifestazione (così ci è stato riferito e scritto).
Ma potevamo mai berci una panzana simile? La locadina della manifestazione del movimento #noisiamopronti aveva tanto di logo dell’Ipasvi di Napoli che campeggiava a destra dello stesso. L’incontro era pubblico, ci è stato cordialmente detto nel corso di una telefonata con un collega di redazione, ma non aperto alla stampa.
Peccato che un altro giornale (legittimamente) abbia seguito l’evento e lo stesso sia stato trasmesso in diretta streaming sulla pagina facebook del Collegio Ipasvi di Napoli. Così, come avevano sospettato e scritto, più che non essere aperto alla stampa, l’incontro di Napoli era chiuso a Nurse Time (che aveva presentato regolare richiesta di accredito per un giornalista professionista regolarmente iscritto all’Ordine).
Porte sbarrate al nostro giornale, nel nome della libertà di stampa e di opinione, del confronto democratico e del diritto di critica che esiste ancora nel nostro Paese. Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: avremmo voluto raccontare l’evento, ma non ci è stato concesso di farlo. Ma come giornale non ci fermeremo, anzi: quello di Napoli è stato un incontro organizzato da un Ente di diritto pubblico (quale è l’Ipasvi) e come tale dovrà rendere trasparente (pubblicandoli sul proprio sito) la delibera con la quale sono stati decisi modalità e costi economici dell’incontro di venerdì 23 giugno. E sarà nostra premura leggere quei documenti e renderne conto ai nostri lettori.
C’è da chiedersi, infine, a cosa siano pronti i promotori dell’evento napoletano: ad applicare la censura, a circondarsi di yesman o a confrontarsi anche con chi può essere su posizioni diverse? Intanto consigliamo all’ufficio stampa dell’Ipasvi di Napoli di non raccontare bugie in buona fede, perché anche quelle hanno le gambe corte.
Salvatore Petrarolo
Foto: web
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