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Lavorare in Germania presso una struttura per anziani: l’esperienza di un infermiere italiano

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Introduzione di Giuseppe Papagni

La redazione di Nurse Times con l’intento di guidare gli infermieri verso una scelta consapevole, raccoglie tutte le informazioni utili a tutti quei colleghi in cerca di un’occupazione fuori dall’Italia. Sono numerose infatti le opportunità di lavoro che arrivano da parte di agenzie di reclutamento per lo più verso UK e Germania. A beneficio dei nostri lettori vi proponiamo la testimonianza di un collega che ci riporta la sua esperienza lavorativa in Germania. Il nostro obiettivo di informare e cercare di dare strumenti di valutazione a tutti i colleghi in cerca di occupazione.

Ringraziamo A.B. per averci concesso questa intervista.

La scelta di lavorare all’estero, quali sono state le motivazioni?

Ringrazio tutto il team di Nurse Times per il grande lavoro che fate, siete in questo momento storico un faro per l’infermieristica italiana. Racconto brevemente le mie motivazioni. Dopo aver conseguito la laurea in infermieristica mi sono ritrovato di fronte al seguente scenario:

  1. opportunità lavorative nel privato: poche, pressoché saturo, nella maggior parte dei casi non si incontra domanda e offerta e quindi mi sentivo quasi in colpa inviare curriculum,  sapendo che non sarei mai stato chiamato; cooperative con gli infermieri sottopagati e demansionati, proposte di apertura partita iva, etc.
  2. lavorare nella struttura pubblica;
  3. lavorare all’estero.

Scartata subito la prima ipotesi, ho deciso di seguire la seconda, partecipando ai bandi di concorsi e avvisi pubblici.

Quale esperienza puoi riportarci dalla partecipazione ai concorsi?
Ho partecipato a diversi concorsi e avvisi pubblici, alcuni vicini, altri lontani; alcuni organizzati seriamente, altri vere e proprie farse; alcuni non sono riuscito a superare nemmeno la prova preselettiva, altri sono riuscito a portati a termine entrando in graduatoria… Ma sono ancora oggi in attesa del fatidico telegramma.

Quindi? La scelta di lavorare all’estero?
Dunque sfruttando anche la mia capacità di adattamento (sono ormai 13 anni che vivo fuori regione, lontano dalla famiglia e dalla mia casa), ho deciso di optare per la terza scelta cioè andare all’estero…a questo punto mi sono ritrovato a dover scegliere tra Germania e UK.
Sono entrambi due paesi che presentano grandi opportunità lavorative per noi infermieri e che offrono entrambi molti benefits per il trasferimento all’estero. Entrambi però richiedono una conoscenza della lingua e la differenza è che in UK selezionano solo chi già conosce l’inglese mentre in Germania selezionano anche chi non conosce il tedesco offrendo tra i benefits anche corso intensivo di tedesco…
Dunque alla fine ho scelto la Germania e dopo aver conseguito la certificazione di un buon livello di tedesco (solo da perfezionare) sono partito per la Germania.

Quale situazione hai riscontrato in Germania?
Ho subito lavorato in una Rsa privata tedesca, appartenente ad un grande gruppo di Rsa.
Di positivo ho trovato una grande cordialità e accoglienza da parte di tutti i dipendenti, dal direttore al responsabile delle pulizie, forse perchè comprendevano che ci si trovava in altro paese con un’altra lingua, cultura, etc.
Altro aspetto positivo la prospettiva lavorativa: ho firmato subito in Italia un contratto a tempo indeterminato, con una prospettiva di guadagno non male…
Però dopo un breve periodo ho deciso di rassegnare le dimissioni e tornare in Italia.

Quali sono state le motivazioni che ti hanno spinto ad una decisione così drastica?
L’infermiere in Germania, almeno quello geriatrico è totalmente diverso rispetto a quello italiano…Ci sono molte differenze che affiorano tutte in questa tipologia lavorativa. Provo a farvi un elenco:

  1. non esiste un profilo professionale;
  2. in Germania non esiste un percorso formativo accademico, ma questo è risaputo;
  3. l’infermiere è totalmente demansionato nonostante abbiano ancora un mansionario ancora vigente;
  4. l’infermiere in Germania  rileva solo i parametri e somministra terapia orale, per il resto svolge tutto ciò che in Italia fa un oss, ma non solo, svolge anche attività che in italia non fa nemmeno l’oss…
  5. L’aseptto economico è controverso: si tratta di un buon stipendio se rapportato a quelli italiani, ma il paragone non tiene rispetto agli altri tedeschi, infatti la paga dell’infermiere è tra i più bassi della Germania;
  6. motivo per cui ho realizzato che in Germania mancano 60000 infermieri proprio perché nessuno vuole svolgere questa professione, anche se non si tratta di una vera e propria professione, ma di un mestiere…

In totale sono rimasto in Germania solo 3 mesi… Ma sono dovuto partire prima della fine del periodo di prova altrimenti scattava il vincolo di 24 mesi con annessa penale!
A queste considerazioni si somma un altro aspetto per fondamentale: sono partito con l’idea di ritornare comunque un giorno in Italia ed ho realizzato che più tempo avessi passato in Germania, più difficile sarebbe stato il riadattarmi alla realtà lavorativa italiana (da tutti i punti di vista: autonomia decisionale ed operativa, teorico , pratico, etc).
Per questo sono ritornato in Italia a fare concorsi con le problematiche che tutti conosciamo…

Come valuti questa esperienza?

Sicuramente andare in Germania per me è stato sicuramente un errore.
È stata una esperienza che però mi è servita, perché ho imparato una nuova lingua, ho conosciuto una nuova realtà, vivendo in un altro paese con un cultura diversa e soprattutto ho imparato ad apprezzare la sanità Italiana che seppur piena di problemi resta per diversi aspetti superiore a tanti altri sistemi sanitari esteri.

Rifaresti questa esperienza?
Dopo aver vissuto in prima persona e con le conoscenze attuali, sicuramente no, ma nella situazione in cui mi sono ritrovato dopo la laurea, con scarse conoscenze e senza averle constatate di persona, ricommetterei lo sbaglio e comprendo anche chi si trova adesso nella mia stessa situazione e decidere se partire alla volta della Germania.

Alcune considerazioni finali?

Tendo a sottolineare che si trattava di infermiere geriatrico, termine che in Italia intende una figura specializzata e quindi superiore, mentre in Germania nella realtà rappresenta una figura professionale simile all’infermiere generico. Per questo è una figura demansionata.

Forse queste differenze (tra infermiere italiano e tedesco) sono meno evidenti nelle strutture ospedaliere, ma lavorare in clinica per anziani (la maggior parte delle agenzia reclutano per queste strutture) non ha nulla a che vedere con la professione infermieristica come la intendiamo in Italia.

Ci potresti descrivere una giornata lavorativa tipica?

Turno di mattina, vi elenco per praticità ogni attività svolta dalla figura infermieristica:
  • Apparecchiare per la colazione
  • Prendere la colazione dalla mensa
  • Servire la colazione
  • Sparecchiare dopo la colazione
  • Spazzare l’area della sala pranzo
  • Igiene dei pazienti al letto
  • Mobilizzazione dei pazienti allettati
  • caricare e scaricare lavastoviglie
  • durante il giro letto pulizia dei comodini
  • Somministrazione della sola terapia orale (visto che altre vie di somministrazione non sono assolutamente di competenza infermieristica, anche per la somministrazione di una soluzione fisiologica per via endovenosa bisognava chiamare ed aspettare il medico, l’unico che potesse reperire l’accesso venoso e infondere)
E poi per il pranzo, le stesse attività. Eppure nello schema di raffronto tra infermiere italiano e quello tedesco (IN ALLEGATO) che ci aveva propinato l’agenzia di reclutamento queste attività non erano ben specificate, o meglio erano sottese.

Grazie A.B. per questa tua importante testimonianza. Ti auguro di trovare al più presto una buona opportunità lavorativa qui in Italia.

Giuseppe Papagni

ALLEGATO

SCHEMA DI RAFFRONTO TRA INFERMIERE GERIATRICO ITALIANO E TEDESCO

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