Daniele Terenzi è un infermiere di 30 anni che ha deciso di raccontare la propria storia, fatta di svariate difficoltà, alla nostra testata giornalistica
Da alcuni mesi, a causa di un tragico incidente stradale, ha subito l’amputazione della gamba sinistra.
Buongiorno Daniele, raccontaci qualcosa di te.
Sono nato a Roma il 03 settembre 1988. Mi sono laureato nel 2012 presso l’Università “La Sapienza”. Ho impiegato più del previsto perché, per pagare l’università, mi sono arruolato nell’Esercito Italiano venendo inserito tra il personale ospedaliero in ambulanza come soccorritore.
Una volta laureato ho iniziato la mia carriera in una RSA del gruppo Icot di Latina. Per mancanza di stimoli, essendo io votato all’emergenza/urgenza, ho deciso di lasciare un lavoro a partita Iva abbracciando una prima esperienza negativa sulle ambulanze del 118.
Dopo 4 mesi di “affiancamento”, nei quali ho lavorato senza essere pagato, ho deciso di ricominciare la mia ricerca di lavoro.
Dal 2013 al 2018 ho lavorato nel settore emergenza con 118 Ares sempre tramite cooperative affiliate e con partita Iva.
Nel 2016 ho iniziato contemporaneamente a lavorare in assistenza domiciliari prendendomi cura di pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica. Mi sono anche iscritto ad un Master in anestesia che ho completato dopo il mio incidente.
Ho vinto l’avviso indetto dall’ASL Roma 1 iniziando a lavorare presso l’ospedale Filippo Neri di Roma. Trascorso un mese ed un giorno dalla firma ho avuto l’incidente.
Vuoi raccontarci qualcosa del tuo incidente?
Sono stato vittima di un incidente stradale nella mattina del 16 ottobre 2018. Avevo preso dei giorni di ferie per frequentare il tirocinio per il master in anestesia.
La mattina di martedì di quel fatidico giorno ricordo di essermi svegliato e di essermi preparato come ogni altro giorno. Ho salutato la mia compagnia Sniegiana Proietti, infermiera del 118, che era appena stata chiamata in pronta reperibilità. Ci è mancato poco che non fosse proprio lei a soccorrermi. Infatti da li a pochi minuti avrei avuto l’incidente che avrebbe per sempre cambiato la mia vita.
Mi trovavo a Guidonia Montecelio. Quella mattina ero uscito con la mia moto e dopo aver imboccato via Palombarese, un ragazzo sotto l’effetto di sostanze stupefacenti che percorreva la strada nella direzione di marcia opposta alla mia, ha invaso la mia corsia travolgendomi in pieno.
Nello scontro è stata la mia gamba ad avere la peggio. Sono stato sobbalzato a terra e, nell’urto, proiettato e dilaniato con enorme e copiosa perdita di sangue dall’arteria femorale e poplitea. Da li a poco comincio a perdere i sensi. Ho solo qualche flash sfocato degli istanti successivi allo scontro.
Fortunatamente, tra i passanti, era presente un’infermiera fuori servizio che mi ha soccorso posizionando la propria cintura per arrestare l’emorragia massiva. Devo ringraziare la collega per avermi salvato la vita.
Poco dopo arrivano l’automedica, l’ambulanza e l’elisoccorso. Vengo intubato e portato al Policlinico Umberto I. Ricordo solo qualche istante dei soccorsi. Ho provato a dare indicazioni ai miei colleghi come se fossi io a soccorrere la vittima di un incidente. Dopodiché il buio.
In Pronto Soccorso sono andato due volte in arresto cardiaco ma, grazie al massaggio cardiaco eseguito in Sala Rossa e all’adrenalina, il mio cuore ha ricominciato a battere.
A causa del grave trauma la mia gamba è diventa irrecuperabile costringendo i sanitari a procedere con l’amputazione transfemorale la mattina stessa. Due giorni dopo sono stato sottoposto ad un’altra operazione al braccio per ridurre le fratture multiple scomposte.Dopo cinque giorni di coma farmacologico per quadro emodinamico instabile, mi sono risvegliato intubato in rianimazione. Tredici giorni dopo vengo dimesso dall ospedale.Ora sono in riabilitazione dal 6 maggio 2019 presso il centro protesi INAIL di Budrio.
Ho ancora molti esisti di fratture da risanare al femore, alla mano e all’ulna anche se probabilmente verrò dimesso tra il 9 ed il 12 luglio.Alla mia dimissione spero di poter tornare a lavorare presso l’ospedale San Filippo Neri, in area critica, in Pronto Soccorso o in sala operatoria come infermiere di anestesia, magari già entro la fine del mese di luglio.
So che non sarà facile lavorare con una protesi, ma ho intenzione di fare tutto il possibile.Penso che molti di noi non apprezzino veramente il lavoro di infermiere finché qualcuno non glielo toglie di forza. È la volontà nel fare il nostro lavoro che ci rimette in piedi.
Il fatto di avere una donna al mio fianco che mi ama e che svolge la mia stessa professione mi ha aiutato molto perché l’amore e la passione non si spengono mai avendo qualcuno con cui lottare al tuo fianco.
Questo mi ha sempre dato forti motivazioni evitando che il dolore possaavere calpestare dal dolore grazie sni e grazie anche alla mia famiglia
Perché siamo “preparati al dolore ma mai veramente pronti a riceverlo” come ci insegna l’emergenza, che era il mio ed è tuttora il lavoro della mia compagnia.
La redazione di Nurse Times augura una pronta riabilitazione al collega Daniele Terenzi, con l’augurio che possa al più presto tornare a svolgere la professione che così tanto ha dimostrato di amare.
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