Il Sistema Sanitario Italiano fino a circa vent’anni fa era basato sulla centralità dell’ospedale e sul ricovero in istituzioni per l’assistenza a persone affette da patologie croniche e agli anziani
Sulla base di considerazioni sia etiche che economiche negli ultimi anni si è sentita l’esigenza di cambiare prospettiva e puntare al nuovo concetto di life care che permettesse alla persona di essere curata presso il proprio domicilio o in contesti simili.
Ne è scaturita una nuova concettualizzazione del sistema di garanzia della salute come rete di servizi dove le componenti sociali e sanitarie della cura sono strettamente correlate.
Si è quindi passato dal malato che ruota attorno alle strutture erogatrici alle strutture e professioni che assumono come centro di gravità la persona con i suoi bisogni.
Un esempio valido e recente del nuovo concetto di life care è rappresentato da “La Mia Casa”, residenza per anziani nel cuore di Napoli gestita dalla professionalità e dalle competenze di 4 infermieri a cui si riconosce un livello gestionale finalizzato a creare le condizioni organizzative per la presa in carico globale della persona.
Ne parliamo con la dottoressa Marzia Maraniello, infermiera co-responsabile della residenza.
Da dove nasce l’idea di questo progetto?
”La Mia Casa è un progetto che nasce dall’idea di soddisfare un bisogno del tutto attuale: la popolazione di questo secolo ha incrementato l’aspettativa di vita, gli anziani hanno bisogno sempre più di cure e attenzioni non sempre facili da gestire nel loro nucleo familiare o addirittura si abituano a vivere nella solitudine. Ed è qui che entriamo in gioco noi: investiamo sugli anziani perché crediamo che siano il futuro”.
Quali sono le caratteristiche degli anziani in casa?
”Le prerogative necessarie sono caratterizzate dalla scelta di utenti autonomi o semi-autonomi. Non si tratta di una casa di cura ma di un ambiente familiare in cui socializzare con i propri coetanei, dove ogni bisogno viene soddisfatto e dove i malumori e le preoccupazioni svaniscono e vengono risolti di fronte alle rassicurazioni di chi li sostiene. La parola chiave qui è ”sentirsi vivi”, non ”vivacchiare” e l’età non ci spaventa affatto”.
Come avviene la presa in carico della persona?
“Il nostro utente si rivolge a noi esprimendo un’esigenza, una necessità ed è lo stesso anziano che insieme ai suoi familiari visita la struttura e incontra il personale. Chi viene a trovarci assapora l’attenzione per la persona, il rispetto per quelle che sono le sue abitudini, le sue piccole manie, la sua quotidianità. Questo è fondamentale per noi perché ognuno di loro avrà la sua routine che verrà rispettata e supportata”.
Da chi è costituito il team di cui si occupa il paziente?
”Il nostro team è composto da 4 infermieri che investono il proprio impegno con la collaborazione di diverse figure professionali sanitarie e con il supporto degli operatori socio-sanitari 24 ore su 24; anche il medico di famiglia potrà seguire i propri pazienti presso la residenza. Abbiamo inoltre il contributo della ristorazione, degli animatori e dei vari servizi necessari. La figura chiave è certamente la sociologa, la dottoressa Mastroiani, che per ogni ospite formula un progetto individuale incentivando quelle che sono le abitudini e le attitudini di ognuno, stimolandolo e accompagnandolo e lavorando sulla memoria, sulle percezioni, sulle emozioni, maturando in essi una maggiore consapevolezza ed autostima.”
Quali sono i servizi offerti agli ospiti?
”I servizi offerti sono assortiti, tutti racchiusi nella carta dei servizi e, solo per citarne alcuni, assistenza diurna e notturna, servizi di fisioterapia, consulenze dietetiche”.
Qualora il paziente dovesse presentare una condizione di criticità qual è l’iter che attuate?
”Il nostro obiettivo è quello di non trascurare mai il paziente e, qualora il paziente dovesse presentare delle criticità, provvediamo a creare la continuità assistenziale attraverso l’appropriato passaggio di presa in carico della persona dal nostro ambito a quello ospedaliero senza escludere i familiari”.
Come viene gestita la distanza con i familiari?
”La distanza è un concetto del tutto assente, ovvero gli anziani cureranno i rapporti con i loro cari che saranno costantemente aggiornati e presenti nella quotidianità dell’ospite. I parenti tanto quanto l’utente vengono coinvolti e accolti; d’altronde la consapevolezza che un proprio caro sia nelle mani giuste è motivo di grande sollievo. Qui la partecipazione è d’obbligo”.
Una sua riflessione personale in merito a questa scelta professionale
”E’ una realtà del tutto nuova per dei professionisti della salute ed un’esperienza professionale in cui ci siamo voluti mettere in gioco, siamo entusiasti, crediamo negli anziani e su un’età in cui nessuno più investe: è proprio questa la parola chiave ed è vincente perchè a queste persone si vuole offrire una qualità di vita migliore”.
In cos’altro si può definire vincente in questo caso la nostra professione infermieristica?
”Questa scelta professionale è senza dubbio un traguardo che dà immense gratificazioni perché ci dà la possibilità di poter mostrare ciò che siamo realmente, come affrontiamo e gestiamo i problemi nell’interdisciplinarietà, in che modo creiamo un ambiente terapeutico sulla base di un metodo scientifico e quali sono le nostre risorse e potenzialità nel prenderci in carico nella sua globalità la persona”.
Grazie per aver condiviso la sua esperienza professionale.
”Grazie a voi e un saluto ai lettori di Nurse Times!”
Anna Arnone
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