L’Organizzazione mondiale della sanità preoccupata per il calo dei tracciamenti e della crisi sanitaria oltre che umanitaria derivata dal conflitto, Ghebreyesus: “Nel paese una carenza critica di ossigeno”
Prima dell’invasione russa “l’Ucraina aveva registrato una recente ondata di casi di Covid-19. I bassi tassi di test osservati dall’inizio del conflitto, indicano che è probabile ci sia una significativa trasmissione del virus non rilevata“. A spiegarlo il direttore generale dell’Oms – l’Organizzazione mondiale della sanità – Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante un briefing da Ginevra.
Questo “sommerso”, abbinato a una bassa copertura vaccinale aumenterebbe il rischio – di qui le preoccupazioni espresse dall’Oms a Ginevra – “che un gran numero di persone sviluppi la malattia grave”. Problema al quale si aggiunge una “carenza critica di ossigeno che si sta registrando nel paese, aggiunge il direttore dell’Oms, che “avrà un impatto sulla capacità di curare i pazienti con Covid-19.
“Almeno tre importanti impianti di ossigeno in Ucraina ora sono chiusi, e stiamo cercando modi per garantire un accesso all’ossigeno dai Paesi vicini e modi per consegnarlo in sicurezza dove è necessario”. Ha ricordato Ghebreyesus. A fargli eco anche Jarno Habicht, rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità in Ucraina, secondo il quale è prioritario cercare di tenere fuori gli ospedali dal mirino degli attacchi russi:
“Bisogna risparmiare le strutture sanitarie che devono restare operative, sicure e accessibili per tutti coloro che necessitano dei servizi essenziali di assistenza medica”. L’appello di Habicht, che ha riportato la drammatica testimonianza di un ospedale di Novovolynsk – Ucraina dell’ovest – ed ha segnalato “la carenza di ossigeno arrivata ormai a livelli d’allarme”. Questo perchè i camion non riescono più a trasportare il gas dagli impianti, ai centri sanitari del Paese, inclusa la capitale Kiev.
Redazione Nurse Times
Fonte: RaiNews
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