ROMA – Dal reclutamento straordinario alle assunzioni, i provvedimenti sin qui adottati per affrontare l’emergenza coronavirus hanno riguardato solo i medici e non gli infermieri. Questi ultimi, infatti, “esaltati come eroi, la mattina, vengono poi trattati come merce di scarso valore la sera, nei provvedimenti delle istituzioni nazionali e regionali”.
A denunciarlo è la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), che punta il dito contro scelte fatte per supportare la carenza di personale sanitario.
“Gli infermieri non meritano una considerazione così scarsa rispetto al loro impegno e al loro lavoro, che sono comunque in forte carenza nei luoghi dove i numeri dell’epidemia sono più alti, rischiando alla stessa stregua e con i medici in prima linea nella lotta a Covid-19“, scrive la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli. Tuttavia, nei loro confronti sono state messe in atto “una serie di sperequazioni”: “dall’emanazione della circolare della Protezione Civile che recluta 300 medici, lasciando alla scelta volontaria gli infermieri, fino al decreto Cura Italia, che prevede concorsi e assunzioni a tempo indeterminato per i medici, mentre lascia solo contratti precari di collaborazione agli infermieri.
Dal reclutamento dei militari, per il quale i medici sono inquadrati nei ruoli degli ufficiali, mentre gli infermieri, laureati anch’essi e anche specializzati, si fermano a livello di sottufficiali, fino a bandi regionali, che per gli infermieri prevedono posti solo come Co.Co.Co o partite Iva, a 13-19 euro l’ora“.
Salvatore Petrarolo
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