La Camera dei Deputati ha convertito in legge il decreto legge 127 del 2021. Parliamo dell’articolo 3 quater che esprime una norma transitoria, valida fino al termine dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19: parliamo dello stop (transitorio) all’incompatibilità prevista dalle norme sull’esclusività dei lavoratori pubblici.
In soldoni: ad oggi i lavoratori impegnati nel Pubblico non possono lavorare altrove. Se non in nero. Un’incompatibilità che ha dell’irragionevole e su cui ci si è resi conto dei limiti solo in pandemia. La campagna vaccinale non l’avremmo portata a termine, senza deroghe, per dirla chiara a chi non è del settore. Oggi il sistema è al collasso e dunque finalmente si prende in considerazione l’ovvio: lasciare liberi i professionisti di esercitare, legalmente, in sicurezza, senza ledere all’azienda che li ha assunti.
Ma è una presa in giro così scritta. Il testo così com’è sarà uno sfregio all’intera categoria.
Questo il testo in aula: “La possibilità transitoria concerne lo svolgimento, da parte di personale rientrante nelle professioni infermieristiche od ostetrica ovvero nelle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione ed appartenente al comparto contrattuale pubblico della sanità, di altre prestazioni al di fuori dell’orario di servizio e per un monte ore complessivo settimanale non superiore a quattro ore.
La possibilità transitoria in esame viene introdotta a condizione che gli incarichi esterni siano previamente autorizzati dal vertice dell’amministrazione di appartenenza; quest’ultimo, in sede di rilascio dell’autorizzazione, verifica: la compatibilità con le esigenze organizzative del Servizio sanitario nazionale e con l’obiettivo aziendale relativo allo smaltimento delle liste di attesa (nel rispetto della disciplina nazionale di recupero delle medesime liste, anche in relazione all’emergenza pandemica da COVID-19); il rispetto della normativa sull’orario di lavoro”.
Sintetizziamo perché è offensivo della nostra intelligenza, e di quella dei professionisti sanitari tutti:
- inserire la norma transitoria di 4 ore settimanali fino a fine stato di emergenza (31 dicembre 21) in una legge che se va bene verrà licenziata il 20 novembre vuol dire sostanzialmente sventolare un fantoccio;
- per avere l’autorizzazione dell’azienda possono passare pure 15 giorni. Mi sembra un’altra occasione sprecata per far ripartire il SSN.
- 4 ore settimanali non coprono neppure un turno, quindi di grazia come sperano venga utilizzato il tutto? Non vorremmo fare i maliziosi ma sembra uno “stop transitorio” reso inutilizzabile.
Non si usi la scusa del non voler superare le 40 ore settimanali, poiché sarebbe bastato stabilire il limite di due turni al mese. O, in alternativa, lasciare un margine di 12/14 ore al mese da poter gestire secondo esigenze del lavoratore.
Il Segretario generale Giuseppe Carbone: “Oltre il danno la beffa: di fatto non viene realizzata la fine (né una reale sospensione) dell’incompatibilità, cosa che danneggia i professionisti della Sanità. Ma non permette neanche alle aziende il recupero delle liste d’asseta, non permette di supplire alla cronica carenza di infermieri e non alleggerisce il peso sulle RSA. Certo, “festeggiamo “ lo spiraglio di luce per lo stop al vincolo di esclusività ma si può, si deve fare di meglio”.
Redazione Nurse Times
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