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La Corte di Cassazione tutela il riposo dei lavoratori: datore obbligato a risarcire per eccessivi turni di reperibilità

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Pagamento quota annuale albo e sentenza della Cassazione: facciamo chiarezza!
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Nell’ambito di una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha emesso un importante pronunciamento a favore dei lavoratori, sancendo che il datore di lavoro è tenuto a risarcire i dipendenti quando impone eccessivi turni di reperibilità. Questa decisione, emessa con l’ordinanza n. 21934 datata 21 luglio 2023, ha delle implicazioni significative per i diritti dei lavoratori e la tutela del loro benessere psico-fisico.

La vicenda riguarda un autista di ambulanza impiegato presso il pronto soccorso dell’Ospedale (nome omesso per motivi di privacy), il quale si è trovato ad affrontare richieste abusive riguardanti lo svolgimento di turni di pronta disponibilità nettamente superiori a quanto stabilito dalla contrattazione collettiva. Il lavoratore ha così chiesto il risarcimento del danno subito a causa dell’usura psico-fisica causata da questa pratica.

La Corte di Cassazione ha accolto la domanda di risarcimento, riconoscendo che l’abuso dei turni di reperibilità ha condizionato il diritto del lavoratore al riposo e ha creato un’interferenza illecita nella sua vita personale.

Gli Ermellini hanno sottolineato che il riposo non è solo una pausa fisica dall’attività lavorativa, ma comprende anche un distacco mentale dalla necessità di restare costantemente a disposizione del datore di lavoro.

In questo caso specifico, l’impegno richiesto al lavoratore era così elevato da impedire qualsiasi possibilità di godere liberamente del proprio tempo a una certa distanza territoriale dal luogo di lavoro. Questa interferenza illecita nella sfera personale del lavoratore è stata ritenuta una negazione dei suoi diritti, costituendo un danno alla sua personalità morale.

La Corte di Cassazione ha chiarito che il lavoratore non era tenuto a fornire ulteriori prove specifiche riguardanti l’eccesso di impegno, poiché tale misura di disponibilità era di per sé sufficiente a dimostrare il danno subito.

La sentenza fa riferimento a leggi nazionali, europee e internazionali che tutelano i diritti dei lavoratori, compresa la direttiva 2003/88/CE dell’Unione Europea.

Questa decisione della Corte di Cassazione rappresenta un passo importante per la protezione dei diritti dei lavoratori e la promozione del loro benessere. Essa stabilisce un chiaro precedente giuridico che obbliga i datori di lavoro a rispettare i limiti stabiliti dalla contrattazione collettiva per garantire il giusto riposo dei dipendenti e preservare la loro vita personale e mentale.

In conclusione, la Corte di Cassazione ha riaffermato l’importanza del riposo per i lavoratori e ha sancito che gli eccessivi turni di reperibilità rappresentano un’ingiusta interferenza nella vita personale dei dipendenti. Questa sentenza dovrebbe incentivare i datori di lavoro a rispettare i diritti dei lavoratori e a garantire condizioni di lavoro adeguate, salvaguardando così il benessere di coloro che contribuiscono al tessuto sociale ed economico del paese.

Redazione NurseTimes

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